TORTORA SELVATICA
NOME SCIENTIFICO: Streptopelia turturLe Tortore selvatiche sono timide e sospettose, vivono spesso isolate o in coppie, e raramente si avvicinano a una casa o a un centro abitato. Soltanto verso la fine dell’estate diventano gregarie mangiando semi vari sul terreno e abbeverandosi regolarmente ovunque vi sia un poco d’acqua pulita e un ambiente tranquillo. Rispetto al cugino Colombaccio frequentano più la collina che la montagna e più le zone aperte, meglio ancora quelle con i campi di granaglie. È facile notare l’andirivieni mattutino delle tortore tra gli alberi, ove usano dormire, e i campi, dove vanno a mangiare, mentre più tardi con il caldo tendono a recarsi all’abbeverata lungo qualche corso d’acqua, abitudine ben nota ai cacciatori per scegliere i loro appostamenti.
Stato di salute
Il suo status di conservazione è sfavorevole a livello europeo e nell’Unione. La popolazione nidificante in Europa ha subito un declino nel periodo 1970-2000 e nel decennio 1990-2000. In quest’ultimo periodo, malgrado la specie sia stata stabile o in incremento in vari Paesi, soprattutto in centro Europa, la maggior parte delle popolazioni ha subito un calo, incluse quelle particolarmente numerose di Spagna, Russia e Turchia, e la popolazione generale ha subito un regresso superiore al 10%.
Nei Paesi dell’Unione europea, in particolare, la Tortora selvatica ha subito un largo declino sia nel periodo 1970-1990 sia nel decennio 1990-2000. Un calo superiore al 50% è stato notato in Gran Bretagna, Francia e Romania. La popolazione nidificante dell’Unione europea è stimata in 1 milione e 600mila – 2 milioni e 600mila coppie. La popolazione italiana viene stimata in 150mila – 300mila coppie. Non è stato redatto un Piano d’azione internazionale sulla specie. Si è redatto un Action Plan per la sua conservazione in Gran Bretagna, ove è classificata nella Lista rossa nazionale con la massima categoria di allerta (rosso). La Tortora selvatica non è stata inserita nella Lista rossa nazionale. Specie cacciabile in Italia dalla terza domenica di settembre al 31 dicembre ai sensi della legislazione venatoria (art. 18, 157/92).