TOTTAVILLA
NOME SCIENTIFICO: Lullula arboreaAgile in volo, in grado di correre abilmente e velocemente sul terreno, dotata di un canto delizioso e inconfondibile. È la Tottavilla, di cui si può talvolta scorgere il nido ben mimetizzato tra l’erba. Raramente lo costruisce sugli alberi, pur essendo abituata a posarsi su di essi, e proprio per questo detta “arborea”. Particolarmente caratteristico è il volo “a spirale” che questo uccello compie dall’albero verso l’azzurro del cielo, costantemente cantando…
Ordine: Passeriformes Famiglia: Alaudidae
La quasi totalità della popolazione globale di Tottavilla nidifica in Europa. Uccello tipicamente mediterraneo si distingue per il caratteristico volo “a spirale”, che la specie compie lasciando i rami degli alberi, in cui si posa, a differenza delle altre specie di Alaudidi e proprio per questo viene chiamata arborea.
Dalla lunghezza media di 15 cm, per un’apertura alare di poco inferiore ai 30, presenta un piumaggio piuttosto variegato, di colore bruno-rossiccio, a cui fanno da complemento becco robusto ma meno pronunciato rispetto a quello delle altre specie di allodole, e coda cortissima. In Italia è presente lungo l’intera Penisola, assente praticamente dalla Pianura Padana essendo molto localizzata e irregolare come nidificante.
Particolarmente lungo il ciclo riproduttivo, che prende il via a marzo – quando la specie ritorna dai quartieri di svernamento posti in Africa settentrionale, Medio Oriente, occasionalmente Europa meridionale – per concludersi ad agosto, di solito con 2 covate. I giovani lasciano il nido – rigorosamente posato a terra – quando non sono ancora in grado di volare, diventando facile preda per varie specie terrestri.
Legata, come altri Passeriformi, agli ambienti aperti, predilige le aree coltivate in modo estensivo con vegetazione rada e alberi o cespugli nelle vicinanze utilizzati come posatoi per il canto. Altro terreno ideale di nidificazione sono pascoli e praterie, non di rado ai margini dei boschi, a quote non molto elevate. La sua dieta principale è costituita da invertebrati: proprio per questo – essendo verosimilmente la disponibilità di invertebrati inferiore dopo le operazioni di mietitura e sfalcio – la Tottavillla preferisce spostarsi, per la seconda covata, a quote più elevate, dove praterie e pascoli montani vengono frequentati da una miriade di farfalle e altri insetti.
Andamenti negativi nella popolazione di Tottavilla sono stati registrati un po’ ovunque, anche nelle aree di maggiore presenza, poste nell’Italia peninsulare centrale e meridionale. Nel Lazio, per esempio, nella zona costiera, sono state rilevate densità non superiori alle 0,33 coppie ogni 10 ettari, e solo 0,14 considerando la media regionale. In Puglia, nelle Gravine Ioniche, la specie è presente in modo irregolare: gli ultimi censimenti parlano di 0,05 coppie ogni km lineare. Oltremodo limitata la densità più a nord, 1,2 maschi cantori per 10 ettari in provincia di Parma.
Purtroppo, è evidente il carattere prevalentemente locale di queste informazioni, e allo stesso modo i principali parametri demografici e riproduttivi della specie sono stati approfonditi solo sporadicamente e relativamente a popolazioni limitate. È comunque utile proporre Valori di Riferimento Favorevole (FRV) in termini di densità: su scala di comprensorio, è possibile proporre la soglia accettabile di 10 coppie per km², mentre a scala locale, in aree idonee estese – indicativamente qualche decina di ettari – la densità dovrebbe superare 3 coppie per 10 ettari.
Per aree con presenza scarsa o popolazioni fluttuanti, la soglia di presenza non dovrebbe comunque scendere al di sotto delle 2.3 coppie per km² su scala di comprensorio, una coppia ogni 10 ettari su scala locale. Valori, questi ultimi, che potrebbero costituire un buon obiettivo intermedio per puntare poi al raggiungimento dell’FRV specialmente in quelle aree della bioregione continentale che vedono una presenza sempre più localizzata della specie, largamente inferiore alla consistenza storica e con un decremento proseguito anche in anni recenti.
La riduzione delle superfici a pascolo e dei coltivi marginali potrebbero provocare una diminuzione della specie anche in quelle aree in cui la popolazione di Tottavilla risulta apparentemente stabile. È questo il caso dell’Emilia-Romagna, dove le circa 600-650 coppie nidificanti in provincia di Parma appaiono relativamente stabili, o della Toscana, che ospita da 1.000 a 4.000 coppie della specie.
Particolarmente legata a climi temperati o mediterranei, la Tottavilla predilige aree calde e moderatamente asciutte, generalmente coltivazioni estensive con alternanza di campi, boschetti e filari. Oppure aree di pascolo brado, specialmente nella seconda parte dell’estate, quando le operazioni di mietitura e sfalcio condotte a valle riducono sensibilmente la disponibilità di prede, larve e insetti, di cui la specie si nutre.
Qualsiasi strategia di conservazione dovrebbe tenere conto di questo aspetto, e cioè dello spostamento nella distribuzione dei territori riproduttivi che può interessare le aree montane e collinari, in cui si concentra buona parte della popolazione italiana della specie. Aree coltivate a foraggio – o altre colture estensive – sono particolarmente frequentate durante la prima covata, mentre mosaici di cespugli, pascoli e aree rocciose sono preferite da maggio a luglio.
L’abbandono delle aree agricole tradizionali di tipo estensivo, che offrono un mosaico ambientale idoneo alla specie, così come la conversione delle stesse in aree ad agricoltura intensiva, hanno sicuramente avuto un effetto deleterio sulla presenza della specie. L’ambiente semi-aperto necessario alla Tottavilla per il completamento del proprio ciclo riproduttivo è infatti sempre più raro lungo l’intera Penisola, specialmente in quelle aree dell’Italia centro-settentrionale dove ha preso piede quasi ovunque la monocoltura e lo sfruttamento intensivo dei suoli.
La popolazione italiana di Tottavilla è stimata in 50-100mila coppie, pari al 2-12% della popolazione “comunitaria” complessiva, stimata in una forbice compresa tra 860mila e 2.400.000 coppie. In forte declino in diversi Paesi europei nella seconda metà del Novecento, la specie risulta attualmente minacciata in tutto il continente, che potrebbe ospitare fino a 3,3 milioni di coppie della specie.
A livello Ue, in base ai censimenti effettuati, il declino della specie è proseguito anche in anni recenti: largo il decremento registrato tra il 1970 e il 1990, mentre nell’ultimo decennio del secolo scorso la popolazione di Tottavillla si è progressivamente stabilizzata, ma con popolazioni largamente al di sotto del livello raggiunto dalla specie prima del declino. Tutelata in Italia dalla legislazione venatoria, nonché inserita nell’Allegato I della Direttiva Uccelli, la conservazione della popolazione nazionale di Tottavilla riveste grande importanza, dal momento che la quasi totalità della popolazione globale della specie nidifica nel vecchio continente.
Prevalentemente diffusa nell’Italia peninsulare, la popolazione italiana di Tottavilla potrebbe essere largamente inferiore, attualmente, alle 50-100mila coppie rilevate qualche anno fa. Gli ultimi censimenti parlano infatti di non oltre 20-40mila coppie, con netti decrementi e contrazioni di areale, a cui vanno aggiunte estinzioni locali verificatesi nelle regioni settentrionali a nord del Po.
Da rilevare come per tutto l’Ottocento e nei primi anni del Novecento la specie fosse sicuramente più diffusa nella regione alpina, come dimostrano le notizie storiche relative al Trentino-Alto Adige, dove ora è praticamente assente come nidificante. Allo stesso modo, la Tottavilla era presente in Lombardia, nell’area attorno al Lago di Como, dove invece ora è assente o irregolare. Lo stesso si può dire per Vicenza e, in generale, per tutto il Veneto, dove poche decine di coppie sono attualmente confinate nel veronese.
Ritenuta stabile negli ultimi anni del Novecento, la popolazione italiana di Tottavilla mostra in realtà evidenti segnali di declino, sia in termini di popolazione nidificante sia rispetto all’areale di presenza. Lo scenario appare particolarmente critico, in particolare, nell’Italia settentrionale, dove la specie – un tempo abbondante anche a nord del Po – nidifica sempre più raramente, con estinzioni locali o popolazioni ridotte a poche decine di coppie. Risalta, in generale, la dipendenza di questa specie dalle aree agricole tradizionali, con mosaico di ambienti differenti, uno degli habitat attualmente più minacciati a livello europeo. Da tenere in considerazione in particolare, per questa specie, l’abitudine a spostarsi di quota tra la prima e la seconda covata, con la conseguente necessità di implementare diversificate politiche di tutela che coinvolgano territori anche particolarmente ampi.
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | contrazione storica e forse recente | cattivo |
Popolazione | in calo probabilmente marcato | cattivo |
Habitat della specie | probabilmente in diminuzione | inadeguato |
Complessivo | cattivo |
*Variazione della popolazione negli anni
La Tottavilla è diminuita drasticamente da Alpi e Prealpi, dove un tempo era abbondante. Anche a sud del Po le popolazioni appaiono estremamente localizzate e ridotte, disegnando un quadro molto critico per la persistenza della specie nell’intera bioregione alpina e continentale.
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | contrazione storica e forse recente | cattivo |
Popolazione | in calo | cattivo |
Habitat della specie | probabilmente in diminuzione | inadeguato |
Complessivo | cattivo |
*Variazione della popolazione negli anni
Pur in un quadro connotato da apparente stabilità, le popolazioni di Tottavilla appaiono in moderato decremento a livello locale, con continua riduzione delle densità riscontrate. Anche nei siti più idonei e con presenza consolidata lo stato di conservazione della specie non può attualmente definirsi adeguato.
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | contrazione probabilmente ridotta | inadeguato |
Popolazione | probabilmente in calo <10% | inadeguato |
Habitat della specie | in diminuzione | inadeguato |
Complessivo | inadeguato |
*Variazione della popolazione negli anni
Come un dolce flauto, il canto della Tottavilla risulta particolarmente piacevole all’orecchio umano. Il richiamo di solito comincia con una lunga serie di note malinconiche, via via più flebili, quasi si trattasse di un “decrescendo”. Sia in volo sia in posata, la Tottavilla non smette mai di cantare, proponendo al birdwatcher la propria delicata sinfonia…