ALLODOLA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliALLODOLA

NOME SCIENTIFICO: Alauda arvensis
 

Il canto dell’Allodola, lieve e armonioso, è stato fonte di ispirazione per numerosi poeti e letterati, a partire da Shakespeare, che definì questo uccello “messaggero del mattino”. Caratteristico infatti è il suo insolito comportamento al sorgere del sole durante la primavera e l’estate, quando lo si può vedere spiccare il volo verticalmente, mentre inizia a cantare ininterottamente. Subito dopo, plana a terra nuovamente, per poi tornare verso il cielo intonando da capo il proprio canto…  

Minacce

Diversi sono i fattori che hanno determinato la frammentazione e la rarefazione della popolazione di questa specie e, tra questi, è possibile individuarne tre principali: l’intensificazione delle pratiche agricole, che ha frammentato eccessivamente gli habitat adatti alla nidificazione della specie e causato danni attraverso l’uso di pesticidi; l’abbandono delle aree rurali montane; un’attività venatoria rimasta legale nonostante il cattivo stato di salute in cui versa la specie.

Di fronte a queste minacce, un primo accorgimento al fine di preservare la sopravvivenza dell’Allodola è senz’altro rappresentato dall’organizzazione di pratiche colturali che rispondano alle esigenze dell’animale durante la riproduzione. Come moltissime specie, anche questa ha risentito fortemente delle modifiche delle pratiche agricole. Un vantaggio può derivare dal fatto che, per la nidificazione, l’Allodola sceglie diverse tipologie di vegetazione erbacea, dimostrando quindi una buona adattabilità: dai campi coltivati ai pascoli o le brughiere, dai prati nelle vicinanze degli aeroporti alle dune sabbiose.

Affinché la stagione riproduttiva sia proficua la specie necessita comunque di diverse tipologie di coltivi. In caso contrario, è costretta ad ampliare o abbandonare il territorio di nidificazione. È quindi necessario, al fine della conservazione della specie, mantenere una vegetazione non omogenea nell’arco della stagione, con il mantenimento delle stoppie di cereali in inverno, fino a febbraio, il mantenimento di prati, aree incolte e pseudosteppa, purtroppo convertiti di frequente in campi di semina o in altri usi del suolo, nella stagione riproduttiva.

Per garantire il successo riproduttivo è inoltre consigliabile una programmazione degli sfalci e dei raccolti nelle aree coltivate. Altri fattori che concorrono a preservare le popolazioni di allodole fanno naturalmente riferimento a un utilizzo più contenuto possibile di pesticidi, colpevoli di annientare gli insetti e avvelenare spesso in modo irreversibile l’ambiente. Ulteriore minaccia per la conservazione della specie è rappresentata dai predatori: il 90% delle perdite in periodo di nidificazione è infatti da ricondurre a questo fenomeno, che sembra essere proporzionale alla densità dei nidi.