BERTA MINORE
NOME SCIENTIFICO: Puffinus yelkouanSignora del “mare nostrum”, l’intera popolazione globale di Berta minore vive, si riproduce e si sposta all’interno del bacino del Mediterraneo. Un mare diviso tra tre continenti e più stati, ed è forse per questo che le stime sulla consistenza effettiva delle popolazioni sono grossolane, come le misure per la sua tutela difficilissime da mettere in atto senza una stretta collaborazione tra tutti i Paesi coinvolti. Specialmente al di fuori del periodo riproduttivo, infatti, la Berta minore si sposta da un sito all’altro, da una porzione di mare aperto all’altra, infischiandosene dei confini e – anche – dei continui sforzi degli esperti per censire accuratamente le popolazioni…
Stato di salute
Fino a pochi anni fa lo stato di salute della Berta minore nell’Unione Europea veniva considerato sicuro. Infatti, le popolazioni si erano mostrate relativamente stabili sia tra il 1970 e il 1990 sia nell’ultimo decennio del secolo scorso. Successive osservazioni hanno evidenziato l’effettiva scomparsa di diverse colonie storiche, negli ultimi 50 anni, mentre la diffusione di predatori terrestri nelle colonie conosciute – specialmente ratti e gatti rinselvatichiti – hanno decimato alcune delle popolazioni più importanti, nonché ridotto ai minimi termini il successo riproduttivo.
Proprio il basso successo riproduttivo – prima ancora della consistenza assoluta delle colonie – pare un fattore dirimente per ipotizzare uno scenario critico che potrebbe materializzarsi per questa specie nei prossimi anni. Aggiornato lo stato di salute, ora considerato a rischio, restano da indagare le consistenze effettive di una popolazione che – fino a prova contraria – potrebbe non superare le 5.899-9.409 coppie a livello globale.
Stando alle stime più “vecchie”, la popolazione nell’Ue potrebbe essere compresa tra le 13 e le 23mila coppie, pari ad almeno tre quarti della popolazione continentale della specie. In Italia, le stime “ufficiali” restituiscono una forbice compresa tra le 7 e le 14mila coppie, una popolazione che ha evidenziato una relativa stabilità tra il 1990 e il 2000. Stime più recenti da parte di BirdLife International hanno aggiornato il dato sulla popolazione globale a 10.815-53-574 coppie, delle quali 7-14mila confermate per l’Italia che, stando a questi valori, ospiterebbe tra il 25 e il 65% della popolazione globale della specie.
Oggettivamente difficile risulta effettuare una scelta scientificamente fondata tra le diverse stime, mancando un monitoraggio continuo delle colonie principali. Sembrano comunque accertati i casi di scomparsa di colonie, sia in tempi storici (Creta e Isola di Lavezzi, in Corsica) che recenti (Isola Foana e Gargalo, alcuni isolotti della Francia continentale, Malta). L’Italia, stando ai dati più recenti, dovrebbe ospitare tre principali popolazioni, una siciliana, una sarda e una continentale. In Sicilia si stimano circa 10mila coppie solo a Linosa, e circa 5mila tra Ustica, Eolie, Egadi e Pantelleria. La Sardegna potrebbe ospitare fino a 13mila coppie, di cui tre quarti concentrate nell’Arcipelago della Tavolara. Quindi l’Italia peninsulare, che ospita colonie molto più ristrette: 100-150 coppie nidificano probabilmente alle Isole Tremiti, mentre anche l’Arcipelago toscano potrebbe ospitare una popolazione di Berta minore compresa tra 200 e un migliaio di coppie.