CESENA - Uccelli da proteggere

Vai ai contenuti principali
Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliCESENA

NOME SCIENTIFICO: Turdus pilaris
 

Sia quando saltella con portamento eretto sul terreno, sia quando si lancia in voli ondulati, la Cesena mantiene la sua caratteristica eleganza. La specie è solitamente gregaria e, durante la migrazione, si sposta in stormi molto numerosi e, quando il “gruppo” è intento a cibarsi, un esemplare rimane sempre “di vedetta” per lanciare l’allarme in caso di potenziale pericolo. Il Turdus pilaris spesso si posa sulle cime degli alberi, anche se queste sono spoglie e, in generale, predilige gli spazi aperti…

Minacce

La Cesena predilige le foreste di conifere e raramente ripiega sulle foreste di latifoglie o sui boschi. La si può incontrare anche nei sottoboschi che ospitano diverse specie vegetali ricche di bacche e, a fondovalle, nei frutteti – soprattutto se in vicinanza di fossati o zone paludose – e nei giardini. Nelle aree montane arriva a nidificare fino ad altitudini superiori ai 2000 metri sul livello del mare, mentre nella stagione invernale scende verso le pianure di fondovalle.

Considerato che la specie è solita frequentare terreni coltivati, potenziali minacce per la sua sopravvivenza possono essere costituite dall’utilizzo dei pesticidi nelle pratiche agricole in quanto portano a un ridimensionamento delle risorse alimentari. Risultano nocive inoltre le azioni di riordino fondiario, gli interventi di silvicoltura e la diffusione dei frutteti a spalliera. La specie risente sensibilmente della modifica della coltivazione del melo – piantagioni che, in passato, ospitavano una densità di individui particolarmente elevata – e dalla diffusione delle colture “sotto telo”.

Ad oggi, il maggiore pericolo per la specie è rappresentato dalla persecuzione diretta (abbattimenti o cattura degli individui tramite l’utilizzo di trappole). A incidere negativamente sulla conservazione della specie rientra poi una pratica venatoria che si serve di esemplari di Cesena come richiamo vivo nella caccia da appostamento fisso. È infatti dimostrato come gli individui così trattati siano particolarmente soggetti a infezioni e, quindi, possano divenire fonte di diffusione di malattie e parassitosi.

L’uomo influisce pesantemente sugli esiti riproduttivi della specie anche attraverso il saccheggio illegale dei nidi. È piuttosto diffuso, infatti, il prelievo dei pulcini per avere a disposizione animali da richiamo da utilizzare a scopo venatorio. Ma incidono negativamente sulla riproduzione anche comuni pratiche agricole come le reti antigrandine, utilizzate principalmente nei frutteti.