CIVETTA NANA - Uccelli da proteggere

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Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliCIVETTA NANA

NOME SCIENTIFICO: Glaucidium passerinum
 

Piccoli roditori e uccelli hanno molto da temere dalla Civetta nana. La più piccola Civetta europea, come dice il nome, eppure cacciatrice estremamente abile, nonché dotata di una vista acutissima che le permette di volare senza problemi durante la notte. Oltre alla grande agilità, le sue ridotte dimensioni le danno un altro vantaggio, ossia quello di poter usufruire di una notevole varietà di nidi. Essendo poco avvezza, come altri rapaci, a costruirselo per proprio conto, non di rado la Civetta nana sceglie una cavità lasciata libera da un Picchio…

 

Ordine: Strigiformi  Famiglia: Strigidae

Come lascia intuire il nome, si tratta della più piccola specie di Civetta nidificante in Europa, lunga appena 17 cm, per 50-80 grammi di peso e un’apertura alare che non raggiunge i 40 centimetri. Diverse le popolazioni presenti nella porzione centrale del continente, con Balcani e area alpina che rappresentano il limite meridionale dell’areale di nidificazione.

Quella alpina e balcanica è molto probabilmente una testimonianza di una distribuzione più ampia e radicata, risalente al periodo delle glaciazioni, e comunque ai climi più rigidi che si sono alternati nel corso dei secoli. Prevalentemente sedentaria, la specie si sposta durante l’inverno a quote inferiori, mentre attualmente sono le Alpi centro-orientali l’area principale di presenza della specie.

Altrove rara e localizzata, si muove non di rado al di qua e al di là delle Alpi, inseguendo il clima ideale, rigido ma non troppo: negli inverni eccessivamente “severi” si sposta spesso più a sud, e sono in gran parte dovute a questo le fluttuazioni e le periodiche “esplosioni demografiche” della specie registrate nel nostro Paese. Abilissima cacciatrice, la Civetta nana si nutre di altri uccelli e piccoli mammiferi, mentre il nido viene costruito abitualmente in cavità lasciate libere da altre specie, in particolare quelli dei Picchi.

Altamente dipendente dai boschi – dove appunto costruisce il nido ma anche abituale terreno di caccia – la Civetta nana predilige foreste mature d’alto fusto. Alle nostre latitudini, si tratta prevalentemente di boschi di conifere, che la specie abita fino al limite della vegetazione arborea, 2.000 metri circa. Solo d’inverno, e lontano dal periodo riproduttivo, la si può scorgere a quote inferiori, fin sotto ai mille metri, e in aree anche parzialmente antropizzate.

Prospettive

La conservazione della Civetta nana dipende in larga misura dalla diffusione di corrette pratiche di gestione forestale, in quanto è l’abbattimento delle vecchie piante – con cavità naturali o vecchi nidi – a rappresentare attualmente la principale minaccia che pesa sulla popolazione italiana, specialmente a livello locale. Consolidare le popolazioni, soprattutto nelle aree dove la sua presenza assume carattere più irregolare e sporadico, rappresenta una priorità ai fini della conservazione della Civetta nana nel nostro Paese.

Un obiettivo da raggiungere attraverso una corretta gestione forestale che tenga conto delle esigenze ecologiche di questa come di altre specie di uccelli particolarmente legate a questo tipo di habitat.

La specie risulta ancora poco studiata sia per quanto riguarda la produttività sia, più in particolare, per quanto attiene i fattori in grado di influenzarne il successo riproduttivo.

Tali i motivi che impediscono la formulazione di un Valore di Riferimento Favorevole (FRV), pur essendo possibile, per contro, utilizzare gli ampi dati sulla popolazione trentina della specie per ricavare valori di densità da proporre come riferimento per l’intera popolazione nazionale. In particolare, la densità riproduttiva riscontrata nella zona dell’Adamello e del Brenta – pari a 0,67 coppie per km quadrato – è da intendersi come favorevole e relativa a un’area particolarmente idonea per la specie, essendo superiore sia ai valori medi riscontrati su scala nazionale sia ai tassi di successo riproduttivo censiti nell’Europa centrale.

Per questo è possibile adottare il valore di 0,6 coppie per km quadrato come densità soddisfacente a scala di comprensorio. Densità non superiori le 0,3 coppie per km quadrato – quali si riscontrano in alcune aree come Foresta del Cansiglio e Alto Adige –  potrebbero essere indice di una situazione non ottimale per la specie, pur se riscontrate in zone marginali e al limite dell’areale di presenza.

Minacce

Intollerante al disturbo umano, specialmente durante il periodo riproduttivo, la specie ha sofferto e soffre per l’abbattimento delle piante in cui siano presenti cavità naturali o vecchi nidi di Picchi. Attività di gestione forestale intensiva possono minacciare o comunque fortemente limitare la presenza della specie a livello locale.

È invece la disponibilità di cibo ad influenzare grandemente il successo riproduttivo della Civetta nana, che non supera i 0,5-0,6 giovani involati per coppia sulle Alpi centro-occidentali, 0.2-0,3 nella Foresta del Cansiglio e in altre località del vicino Alto Adige. Estremamente dipendente dalle formazioni arboree mature di conifere – o miste – la Civetta nana può beneficiare in modo particolare della presenza non solo di cavità naturali o artificiali come le cassette nido, dimostrando di rispondere bene ad interventi di tutela e ripristino dei siti di nidificazione.

In inverno la specie può anche abbandonare i boschi strutturati – necessari per la costruzione del nido – e tollerare aree a più elevata presenza umana. Resta comunque un profondo legame di questa specie – di cui andrebbero in ogni approfonditi i fattori in grado di influenzare e limitare il successo riproduttivo – con i grandi boschi alpini, purtroppo soggetti a elevata pressione antropica sia per attività di gestione forestale intensiva sia a causa dell’elevato sfruttamento a fini turistici.

Numericamente ancora ridotta, la popolazione di Civetta nana nel nostro Paese soffre tuttora della mancanza di una diffusa sensibilità rispetto a una gestione forestale di tipo “naturalistico”, più in linea con le esigenze ecologiche di questa specie. Tanto più che, a differenza di altri rapaci, la Civetta nana dipende strettamente dal bosco sia per la caccia sia, soprattutto, per la costruzione del nido. È infatti rarissimo osservare questa specie a terra, mentre le stesse cavità o cassette nido vengono utilizzate dalla Civetta nana non solo per la riproduzione ma anche per l’accumulo di scorte di cibo da consumare durante la stagione fredda.

Stato di salute

La popolazione italiana di Civetta nana era stimata nel 2000 in circa 500-1000 coppie, pari a una frazione abbastanza modesta di quella comunitaria complessiva – tra il 2,5 e il 3,2% – a non oltre l’1,4%, poi, della popolazione continentale della specie. Attualmente localizzata nelle Alpi centro-orientali, probabilmente era distribuita in modo più ampio storicamente.

Nell’Unione Europea si stima attualmente una presenza di 28-44mila coppie di Civetta nana, pari a circa la metà della popolazione continentale complessiva, stimata in 47-110mila coppie. Tutelata dalla Direttiva Uccelli, la popolazione di Civetta nana nell’Ue è risultata stabile negli ultimi 40 anni, così come la popolazione italiana, particolarmente protetta anche dalla legislazione venatoria e considerata vulnerabile dalla Lista Rossa Nazionale.

Secondo le stime più recenti potrebbero nidificare anche 700-1.400 coppie di Civetta nana sulle nostre Alpi. Questo è probabilmente dovuto alle notevoli difficoltà di osservazione di una specie profondamente arboricola e legata alle fitte foreste d’alto fusto, con il risultato di considerare la specie più rara, in passato, di quanto lo fosse in realtà. Non molto conosciuto e studiato – non esistono ad esempio dati accurati sul decennio 1990-2000 – il trend di popolazione nel nostro Paese che appare in ogni caso orientato alla stabilità, nonostante le popolazioni, procedendo verso ovest, si facciano via via più rare (dalle 80-120 coppie della provincia di Belluno si arriva alle appena 5-15 di Piemonte e valle d’Aosta).

Locali oscillazioni sono comunque dovute, molto spesso, alle migrazioni che si verificano in occasione di inverni particolarmente rigidi, quando le popolazioni transalpine migrano più a sud.. Anche osservazioni d’inverno a quote inferiori – fino a 800 m – sono spesso conseguenza di stagioni eccezionali e particolarmente rigide, quando la specie, altrimenti intollerante al disturbo umano, può spingersi fino ai limiti delle aree antropizzate.

Semaforo

Apparentemente stabili, le popolazioni di Civetta nana risultano favorite dall’incremento della superficie boscata, che invece ha conseguenze particolarmente nefaste su altre specie di rapaci più legate agli ambienti aperti. Resta in ogni caso l’esigenza di una gestione forestale più attenta alle esigenze ecologiche della specie, minacciata in modo particolare dal taglio delle piante d’alto fusto in cui siano presenti cavità naturali – o residuo di altre specie – idonee per la costruzione del nido. Prudenza, infine, pur in un quadro abbastanza confortante, viene suggerita dalla ridotta consistenza della popolazione, nonostante la stabilità registrata negli anni abbinata a locali incrementi. In particolare, la porzione occidentale dell’areale vede ancora presenze troppo sporadiche e irregolari per considerare adeguato lo stato di conservazione della Civetta nana nel nostro Paese.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* stabile o in espansione favorevole
Popolazione stabile ma ridotta inadeguato
Habitat della specie stabile o in espansione favorevole
Complessivo   inadeguato

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Rapace notturno per eccellenza, la Civetta nana emette un penetrante “chiuu chiuu”, molto più acuto, per ovvie ragioni, del richiamo greve e maestoso del Gufo reale. È particolarmente comune udire questo canto provenire dal fitto del bosco, dove la Civetta nana ama costruire il nido occupando cavità lasciate libere da altri uccelli…