COLOMBELLA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliCOLOMBELLA

NOME SCIENTIFICO: Columba oenas
 

La Colombella è una specie gregaria: vive per lo più in branchi numerosi, nei boschi ad alto fusto, con radure e campagna vicine, macchie litoranee e zone rocciose. Strettamente monogama in periodo riproduttivo, è caratterizzata da un comportamento vivace, con un volo sostenuto e diritto. Leggermente più piccola del Colombaccio, si nutre quasi esclusivamente, come quest’ultimo, di alimenti vegetali ma, a differenza del “cugino”, con il quale compete per le stesse risorse alimentari, è molto più rara e talora in regresso…

Minacce

Tra le minacce di maggior rilievo per la specie emerge la gestione forestale di tipo produttivo – che porta all’abbattimento di alberi secolari – e le pratiche agricole intensive che riducono le fonti di cibo. In particolare, insieme alla trasformazione e alla distruzione degli habitat riproduttivi e di svernamento, la specie soffre per le conseguenze dell’ingestione di semi avvelenati distribuiti nei campi di mais per contenere le popolazioni di Corvidi.

Altre minacce importanti sono rappresentate dalle uccisioni illegali durante la stagione venatoria e dalla collisione con cavi aerei. Tra le principali cause di insuccesso riproduttivo, in base a uno studio effettuato sulla popolazione belga i fattori principali vanno individuati nell’abbandono del nido (21,2% delle uova deposte), nella predazione da parte di Corvidi e da Moscardino (19%); infertilità (5,8%). Mentre tra le principali cause di mortalità dei pulcini ci sono la mancanza di cibo (19,7%) e ancora la predazione (9,8%). In Germania, il 38,6% della mortalità di uova e pulcini è dovuta all’abbandono del nido, il 16,8% ad allagamento, il 7% a predazione.

Nel complesso, è evidente la dipendenza della specie dai boschi maturi, ove siano presenti grandi alberi ricchi di cavità. È qui che si riscontrano le densità maggiori, come i parchi patrizi del Piemonte (massima densità rilevata, 3 coppie per 10 ettari nel Parco di Racconigi) ma anche ampie porzioni di foreste planiziali in Toscana o querceti-castagneti maturi in provincia di Parma, nei pressi di calanchi collinari poco accessibili.

Per l’Italia, nessun dato è disponibile sul successo riproduttivo della specie. In Belgio, su un campione di 360 uova deposte, il 37,8% dei giovani è giunto all’involo; nel corso della stagione riproduttiva, mediamente ognuna delle coppie ha portato all’involo 3,06 pulcini. In Germania, invece, la media dei giovani involati per covata deposta è pari a 1,3; qui, ogni coppia ha allevato in media 3,25 giovani per anno.