

COMBATTENTE
NOME SCIENTIFICO: Philomachus pugnax
Due sono le caratteristiche principali di questa specie. La complessa gestione del territorio da parte dei maschi e l’estrema varietà del piumaggio, che va in qualche misura di pari passo. I “maschi dominanti” più scuri difendono in tutti i modi – combattendo, appunto – il sito di riproduzione dagli altri maschi, definiti “maschi satelliti”, più chiari e dotati di un collare di piume bianco. Ma la strategia “militare” non si ferma qui. Gli stessi maschi satelliti si spostano da un sito all’altro, stringendo occasionali alleanze con i maschi dominanti…
Minacce
Estremamente fluttuante, la scarsa popolazione svernante di Combattente ha conosciuto un primo picco nel 1999, quindi nel 2002. Un nuovo minimo l’anno successivo mentre, fatta eccezione per i siti più rilevanti, è stata censita la presenza irregolare di alcune coppie, in altre aree della penisola, con l’effetto – pur in assenza di trend chiari sulla popolazione svernante – di ampliare in modo consistente l’areale di presenza della specie.
Pur essendo del tutto marginali, gli svernamenti nel bacino del Mediterraneo meritano interesse in quanto collegati a un altro fenomeno, particolarmente diffuso in Italia. Quello cioè degli individui di passaggio, che sostano anche a lungo nel nostro Paese durante la primavera, per rifocillarsi e riguadagnare peso prima di completare il viaggio verso i siti di nidificazione.
Da questo punto di vista, la conservazione dell’habitat prediletto dal Combattente durante queste fasi può essere determinante per salvaguardare lo stato di salute della specie a livello continentale, tanto più che questo stato risulta sfavorevole da decenni. Nei quartieri riproduttivi, infatti, il Combattente ha subito a lungo la distruzione e la rarefazione delle zone umide in aree di pianura: un drastico declino degli habitat idonei che dura da oltre due secoli, e che non pare essersi davvero arrestato neppure negli ultimi anni.
A pesare ulteriormente sulla specie, sia nelle aree di nidificazione che in quelle di svernamento, è l’inquinamento – specialmente da petrolio – quindi, oltre alla bonifica delle aree umide, l’abbandono di un’agricoltura estensiva in luogo di una sempre più intensiva e meccanizzata.