COTURNICE DI SICILIA - Uccelli da proteggere

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Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliCOTURNICE DI SICILIA

NOME SCIENTIFICO: Alectoris graeca whitakeri
 

Trova rifugio sulle ripide pendici del vulcano più alto d’Europa. Il suo richiamo si sente all’alba e al tramonto. Sceglie le ampie aree impervie attorno all’Etna, ma non disdegna le coste frastagliate, punteggiate dalla macchia mediterranea. È questa la Coturnice di Sicilia, o “Pirnici”, come è più opportuno chiamarla utilizzando il dialetto siciliano, visto che l’intera popolazione di questa che ormai è considerata da molti studiosi una specie è concentrata esclusivamente sull’isola…

Prospettive

Attualmente, la Coturnice di Sicilia depone in media 13,1 uova l’anno, da un minimo di 7 a un massimo di 18. Ben il 98,2% arrivano a schiusa, con un numero di pulcini che sfiora i 13 per nido. Quasi 4 di questi – sempre in termini di valori medi – non riusciranno mai a volare, con un successo in termini di tasso d’involo che si situa in media attorno ai 9 giovani per coppia di successo.

A preoccupare, oltre alla consistenza assoluta della popolazione, è a questo proposito il numero medio di giovani effettivamente in circolazione. In provincia di Catania, ad esempio, tale numero risulta molto basso nelle aree non protette, 0,7, mentre nelle aree vincolate – Parco dell’Etna – risulta in linea con la “covata media” della Coturnice, e cioè pari a 4,3-6,5 individui per km quadrato.

Un’evidenza ulteriore che spiega come sia la pressione venatoria – unita al basso numero di coppie nidificanti e alla scarsa produttività delle stesse – la principale problematica che ostacola una potenziale ripresa della popolazione isolana. Pur non esistendo le condizioni per la determinazione di un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) in termini di consistenza assoluta, è in ogni caso possibile proporre un valore di densità minimo, da raggiungere mettendo in atto opportune azioni di tutela specialmente in termini di contrasto al bracconaggio e di sostegno all’istituzione di nuove aree protette.

Tale densità dovrebbe essere uguale o superiore a 2 individui per km quadrato, per garantire la stabilità delle popolazioni nel medio periodo. Da perseguire, poi, un’azione orientata all’aumento delle popolazioni più significative, in modo da contrastare l’eccessiva frammentazione delle stesse e la conseguente impennata delle probabilità di estinzione della specie sull’isola.