CUCULO DAL CIUFFO
NOME SCIENTIFICO: Clamator glandariusCome le altre specie di cuculi, anche il Cuculo dal ciuffo compie atti di parassitismo per quanto riguarda la riproduzione, principalmente nei confronti di Corvidi e in particolare, in Italia, della Gazza. Depone normalmente un uovo nel periodo tra aprile e giugno, ma in più nidi a distanza di circa una settimana l’uno dall’altro, per cui una femmina può deporre anche fino a 18-24 uova l’anno. Si riconosce dal “cugino” – il Cuculo – per le ali più arrotondate e la lunga coda stretta, che gli conferisce una sagoma e un’andatura piuttosto simile a quella delle gazze…
Minacce
Al momento non paiono esserci particolari problemi per questa specie, la cui maggiore criticità sembra essere rappresentata proprio dall’esiguità della popolazione. Seppur in recente aumento, tale popolazione è infatti ancora molto ridotta e pertanto molto vulnerabile anche a singoli eventi sfavorevoli.
Il Cuculo dal ciuffo nidifica in aree con clima mediterraneo semiarido, oppure tropicale e sub-tropicale, generalmente in aree a bassa quota; frequenta brughiere con querce e altre macchie arboreo-arbustive, pinete aperte a margine di brughiere, uliveti, mandorleti, aree a parco e boschi aperti di querce, pini o salici lungo corsi d’acqua, talvolta inoltrandosi in villaggi o paesi. Trattandosi di specie per lo più legata ad aree a pascolo brado – e con buona disponibilità di posatoi elevati – è comunque importante per la sua sopravvivenza favorire le attività agro-pastorali tradizionali, che concorrono a mantenere integri gli ambienti idonei.
Come il Cuculo, anche il Cuculo dal ciuffo può essere favorito – o sfavorito – in relazione all’andamento delle principali specie parassitate e dalla disponibilità di cibo per queste ultime e per se stesso. A differenza del Cuculo, che per riprodursi predilige in larga parte nidi di Cannareccione, il Cuculo dal ciuffo appare legato, in Europa, alla presenza della gazza Pica pica o talora altri Corvidi. Appare invece relativamente indifferente alla pressione antropica.
Per quel che concerne il successo riproduttivo, alcune uova possono essere espulse dal nido da parte della specie parassitata, ma non sono disponibili dati approfonditi per l’Italia sulle ricadute per la specie. In Sierra Morena (Spagna), in due anni, rispettivamente in 16 e 20 nidi di Gazza parassitati, sono state deposte 25 e 31 uova, delle quali il 75% e il 76,9% sono state accettate, le altre “eliminate”; delle prime, il 79% e il 91,7% si sono schiuse, con tassi d’involo variabili tra il 93,3% e il 54,5%. Nel complesso, rispetto alle uova deposte, il tasso d’involo è variato tra il 56% e il 42%, dunque circa un uovo su due.