FORAPAGLIE COMUNE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliFORAPAGLIE COMUNE

NOME SCIENTIFICO: Acrocephalus schoenobaenus
 

Dal carattere tendenzialmente solitario, il Forapaglie comune è difficilmente osservabile nei periodi di ridotta attività canora, in quanto tende ad avere l’abitudine di nascondersi tra l’alta vegetazione palustre. Al fine di entrare in contatto con la specie ci si affida infatti, in primo luogo, all’ascolto del suo canto, e solo in un secondo momento si riesce a identificarlo con maggiore certezza tramite il contatto visivo. Non è possibile individuare la specie quando è in volo, poiché tende a mantenersi radente alla vegetazione compiendo in aria solo brevi spostamenti…

Prospettive

La specie negli ultimi anni è stata oggetto di numerosi studi approfonditi, aventi come obiettivo quello di stabilirne lo stato di salute in Italia. Malgrado questo, sono necessari ulteriori approfondimenti per determinare chiaramente la distribuzione e l’esatta consistenza della popolazione nazionale residua. È inoltre auspicabile investigare sulle cause antropiche e naturali alla base della sua sensibile rarefazione.

Per il Forapaglie comune non è comunque possibile fissare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV), vale a dire il numero minimo di coppie necessarie per garantirne la persistenza nel medio termine. Questo a causa dell’insufficienza di dati a disposizione riguardanti i parametri demografici e riproduttivi della specie. Tra l’altro, in passato, il numero di coppie nidificanti è stato spesso sovrastimato, in quanto molti individui in migrazione nel periodo tra metà maggio e inizio giugno mostrano un comportamento territoriale.

La popolazione di Forapaglie comune si è drasticamente ridotta a partire dagli anni Settanta ed è scomparsa da alcune regioni. Ora rischia l’estinzione anche nel sito più importante in Italia: le Valli del Mincio. La popolazione che stazionava in quest’area costituiva la quasi totalità di quella nazionale. Ora si sta rapidamente contraendo e si stima che costituisca il 10-15% della popolazione presente agli inizi degli anni Ottanta. Una delle cause di questo declino è da ricercare nella parziale sostituzione, tra gli anni Settanta e Ottanta, dei cariceti originari con piantagioni di pioppi ibridi, prati da sfalcio e campi di mais.

Il Forapaglie comune risulta essere una delle prime quindici specie più minacciate dell’avifauna italiana. È auspicabile dunque proseguire gli studi che mirano a indagare su quali siano i fattori limitanti e di minaccia che hanno contribuito a un declino così marcato. Scopo ultimo di questi approfondimenti è la messa a punto di interventi di gestione virtuosa volti a conservare e proteggere le popolazioni residue sul territorio nazionale, un’azione che quasi certamente passerà da una più efficace tutela – unita eventualmente al ripristino – dei relativi habitat riproduttivi.