GARZETTA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliGARZETTA

NOME SCIENTIFICO: Egretta garzetta
 

Bianca come la neve, la Garzetta atterra sull’acqua bassa della palude mettendo in mostra le lunghe penne del volo, anch’esse bianche, che fanno raggiungere a questo airone un’apertura alare anche pari al metro. Lungo e sinuoso è il collo, su cui campeggia il becco aguzzo e appuntito non di rado utilizzato per trafiggere le prede, prima di ingoiarle. Curioso lo stratagemma, talvolta utilizzato, di catturare pesci, anfibi e altri invertebrati acquatici planando lentamente sull’acqua e individuando più accuratamente, grazie all’eliminazione del “riflesso”, la potenziale preda che invano tenta di nascondersi tra la vegetazione affiorante…

Minacce

La popolazione italiana rappresenta circa un terzo dell’intero contingente nidificante a livello comunitario. In linea con il trend registrato nell’Ue, l’ultimo decennio del secolo scorso e i primi anni Duemila sono stati caratterizzati da fluttuazioni anche notevoli, confermando comunque un trend di lungo periodo orientato al moderato incremento. La colonia più importante, attualmente, è quella di Cascina Villarasca, con 1.225 coppie censite (il dato però risale al 1990). Certa è la concentrazione delle popolazioni tra Piemonte e Lombardia, in particolar modo nelle aree risicole, con 10mila coppie complessive censite nelle due regioni.

Più contenute le popolazioni nelle altre regioni settentrionali, con il Veneto che potrebbe comunque ospitare 2.000 coppie, circa 1.600 l’Emilia-Romagna, non più di 700 in Toscana e Sardegna. Fino alla Puglia, dove nel 2001 sono state censite poco meno di 200 coppie. Particolarmente evidente è il trend orientato all’incremento in alcune popolazioni dell’Italia centro-meridionale – a cui comunque hanno fatto da contrasto situazioni di locale decremento registrate in altre regioni della “bioregione mediterranea” – mentre nelle aree più importanti per la specie le occasionali fluttuazioni sembrano da ascrivere più che altro alle condizioni meteoclimatiche: annate molto rigide hanno infatti causato un minor tasso di sopravvivenza della specie, con riguardo sia alle popolazioni nidificanti sia svernanti.

Storicamente, la minaccia più importante per la Garzetta era rappresentata dal commercio delle penne ornamentali, invalso per l’intero Ottocento e proseguito per gran parte del Novecento, fino a quando la maggior parte delle legislazioni nazionali – Italia compresa – ha vietato il prelievo venatorio di questa specie. Altra importante minaccia, come per altre specie simili, era ed è rappresentata dalla distruzione delle zone umide a seguito delle grandi bonifiche, con i trend positivi degli ultimi decenni che non possono non fare i conti con la capacità portante dei pochi siti rimasti idonei, che ospitano dunque – con un grado di concentrazione molto elevato – le popolazioni più importanti.

Emerge infine la predilezione della Garzetta per laghi poco profondi, stagni, lagune e fiumi a lento corso. Talvolta occupa acque salmastre, più spesso aree – anche temporaneamente – allagate quali risaie e altre coltivazioni irrigue. La densità delle colonie, in questo senso, appare notevolmente influenzata dalla quantità e dalla qualità di prede disponibili, unita alla disponibilità di siti idonei – di solito alberi o grandi arbusti – per la costruzione del nido. È stato infine dimostrato come l’altezza del nido influenzi positivamente l’esito della covata.