GAZZA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliGAZZA

NOME SCIENTIFICO: Pica pica
 

Le gazze sono attratte dagli oggetti luccicanti, cosa che hanno in comune con molti rapaci. Una fama che ben si riflette anche nella tradizione popolare e nelle arti, come nella famosa opera di Rossini, “La gazza ladra”, appunto. Dal punto di vista scientifico, questa abitudine è da mettere in relazione anche al fatto che le gazze, per istinto, sono solite depredare i nidi degli altri uccelli. In passato, la Gazza è stata associata pure alla stregoneria: un tempo si riteneva infatti che le gazze fossero i familiari delle streghe e dei maghi, spiriti in forma di animali. A influenzare queste credenze anche la mitologia germanica, per la quale la Gazza era la messaggera degli dei e, più in particolare, inseparabile compagna della dea della morte…

Prospettive

Scarsi sono i dati disponibili su molti aspetti dell’ecologia della specie. Studi ripetuti negli anni sulle dimensioni delle popolazioni, sul successo riproduttivo e sui parametri demografici sarebbero quindi fondamentali per stabilire la quota di abbattimenti stagionali consentiti, laddove si ritenga necessario procedere con azioni di limitazione numerica della specie che dovrebbero comunque essere preceduti da studi approfonditi che accertino la reale entità dei danni arrecati alle colture o l’eventuale problema legato alla predazione di altre specie.

È stato osservato come la presenza delle coppie in primavera sia spesso abbastanza indipendente sia da fattori ambientali – tipo di colture – sia da fattori territoriali. Trattandosi di una specie generalista, con densità estremamente variabili a seconda degli ambienti frequentati, non è quindi possibile formulare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV).

Da approfondire la rilevanza delle interazioni con l’uomo: in linea di massima, la specie può beneficiare di una modesta antropizzazione, in quanto offre ambienti e formazioni ben riparati per la costruzione del nido; al tempo stesso, evita aree fortemente antropizzate e soffre in particolare della predazione da parte di altre specie come, nel nostro Paese, la Cornacchia grigia.

Si ritiene che attualmente il prelievo venatorio sulla specie in Italia – consentito tra la terza domenica di settembre e il 31 gennaio – possa essere compatibile con il mantenimento in buono stato di salute delle popolazioni nidificanti in Italia e in Europa. Tuttavia, tutte le specie di Corvidi non dovrebbero essere oggetto di caccia al di fuori del periodo in cui il prelievo venatorio è consentito ad altre specie, per impedire il disturbo a carico di queste ultime. Posticipare quindi l’apertura della caccia al 1° ottobre potrebbe essere consigliabile anche per consentire un più completo sviluppo dei giovani, in particolare quelli nati  nelle covate tardive.