GHIANDAIA MARINA - Uccelli da proteggere

Vai ai contenuti principali
Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliGHIANDAIA MARINA

NOME SCIENTIFICO: Coracias garrulus
 

Le calde estati della bassa toscana, ma anche il torrido sole che sferza gli uliveti pugliesi. Fino al clima tipicamente mediterraneo di sassarese e agrigentino. Questi gli habitat preferiti in cui le ghiandaie marine costruiscono il nido. Il loro arrivo coincide di solito con l’inizio della primavera, dopo un lungo inverno trascorso nei quartieri africani di svernamento. Già a trenta giorni dalla schiusa questo uccello si presenta nel classico e inconfondibile piumaggio turchese…

Stato di salute

Attualmente classificata come vulnerabile, la specie ha conosciuto un declino costante per tutto il Novecento, che ha coinvolto buona parte dell’areale europeo. Un decremento che ha riguardato in modo particolare l’Europa settentrionale, ma anche l’Italia centrale e Israele, tanto che la popolazione attuale della specie nidificante entro i confini dell’Ue risulta ridotta a sole 4.900-9.400 coppie.

Purtroppo, il declino non pare essersi arrestato neppure negli anni più recenti, a giudicare dai censimenti effettuanti tra il 1970 e il 1990 e anche nel successivo decennio. L’attuale frazione “comunitaria” di Ghiandaia marina è pari a un modesto 9% della popolazione complessiva europea, che secondo le stime più accurate potrebbe raggiungere anche le 110mila coppie.

Di queste, circa 300-500 nidificano stabilmente nel nostro Paese, che tutela la popolazione nidificante di Ghiandaia marina sia tramite la Direttiva Uccelli sia proteggendola in modo particolare dal prelievo venatorio. Stabile tra il 1990 e il 2000, la popolazione italiana di Ghiandaia marina rappresenta una frazione tra il 5 e il 6% di quella complessiva dell’Ue, meno dell’1% su scala continentale.

Nonostante la sostanziale stabilità, il trend di popolazione appare nei fatti notevolmente più complesso, con decrementi e fluttuazioni locali nell’Italia centrale accompagnati a una recente colonizzazione della Pianura Padana centro orientale. Quello a cui si assiste corrisponde, con tutta probabilità, a uno spostamento di baricentro dell’areale verso settentrione, come dimostrerebbe la crescita di coppie nidificanti in Emilia-Romagna e in Veneto.