GRUCCIONE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie protette dalla Direttiva UccelliGRUCCIONE

NOME SCIENTIFICO: Merops apiaster
 

Specie piuttosto socievole, il Gruccione costruisce il proprio nido in colonie, tra banchi di sabbia, preferibilmente lungo le rive dei fiumi. Dall’aspetto particolarmente elegante, è facilmente riconoscibile per le forme esili e la livrea variopinta. Qualche problema, per la verità, il Gruccione lo crea agli allevatori di api, insetti di cui va estremamente ghiotto: se individua un’arnia, ogni singolo individuo può consumare anche fino a 200-250 api al giorno…

Stato di salute

Attualmente classificato come “depleted” nell’Unione europea, il Gruccione mostra uno stato di conservazione sfavorevole anche a livello continentale. Nel complesso, si è registrato un largo declino della popolazione nidificante nei territori dell’Europa “comunitaria” nel periodo 1970-1990, seguito da trend sconosciuto nel periodo 1990-2000, parzialmente compensato da un incremento rilevato, nello stesso periodo, su scala continentale.

Secondo le stime più recenti (BirdLife 2004) la popolazione di Gruccione nidificante nell’Unione europea è compresa tra 140.000 e 340.000 coppie, pari al 29-34% della popolazione continentale complessiva – stimata in 480.000-1.000.000 di coppie – e a una frazione compresa tra il 5 e il 24% della popolazione globale della specie. Quella italiana dovrebbe raggiungere le 5.000-10.000 coppie, in aumento.

Da rilevare come, all’inizio del nuovo millennio, la popolazione italiana era pari a circa il 3-4% di quella dell’Unione Europea e all’1% di quella continentale complessiva. È quindi probabile che tali percentuali siano da rivedere al rialzo, in seguito al deciso incremento mostrato dalla specie anche nell’ultimo decennio, in cui si è registrato anche un certo ampliamento d’areale verso le regioni settentrionali.

La specie è poco studiata in Europa dal punto di vista delle rotte di migrazione: gli studi evidenziano infatti una singola ricattura estera, per quanto di interesse, in quanto ben evidenzia la rotta migratoria tra la Tunisia e l’Italia attraverso il Tirreno. Un risultato confermato anche dagli inanellamenti primaverili effettuati sulle isole. Le ricatture in Italia di individui marcati all’estero abbracciano invece un’ampia area del bacino del Mediterraneo, dall’Algeria alla Libia, alla Grecia. Interessante anche la segnalazione in Ucraina, a confermare come il nostro Paese rappresenti un importante sito di transito anche per le popolazioni orientali.