MARANGONE DAL CIUFFO - Uccelli da proteggere

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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliMARANGONE DAL CIUFFO

NOME SCIENTIFICO: Phalacrocorax aristotelis desmarestii
 

Tra Sardegna e coste toscane si trova il regno del Marangone dal ciuffo. Per i non addetti ai lavori, la specie ricorda molto da vicino le fattezze del classico Cormorano, che peraltro appartiene alla stessa famiglia: corpo slanciato, becco sottile, piumaggio nero lucido, zampe nerastre. Fa eccezione il ciuffo, da cui la specie prende il nome, elemento fondamentale della “livrea” indossata dal maschio durante il corteggiamento…

 

Ordine: Pelecaniformes  Famiglia: Phalacrocoracidae

Il Marangone dal ciuffo è una specie tipicamente pelagica. A livello generale, abita sia il Mediterraneo che l’Atlantico, mentre risulta diversificata la distribuzione delle tre principali sottospecie: la riggenbachi , tipica dell’Africa nord-occidentale, la sottospecie nominale, che abita l’Europa occidentale e settentrionale, infine la desmarestii , che è presente nel Mar Nero e nell’intero bacino del Mediterraneo, Italia compresa.

Nel nostro Paese, le colonie principali di Marangone dal ciuffo sono concentrate in Sardegna e nell’Arcipelago toscano. Un modestissimo contingente è presente anche in Sicilia, nell’Arcipelago delle Pelagie. Tipicamente pelagiche le abitudini della specie, che risulta particolarmente abile nella pesca, rincorrendo addirittura le prede sott’acqua fino alla cattura.

Raro al largo, sosta più di frequente in prossimità dei golfi, presso i quali, su scogli, isolotti e formazioni rocciose di tipo vario, costruisce il nido, nascosto in anfratti tra le rocce il più possibile al sicuro dai predatori terrestri. Più frequenti gli “erratismi” al di fuori del periodo riproduttivo, quando i marangoni dal ciuffo si riuniscono in stormi anche numerosi e si spostano da una porzione di mare all’altra in cerca di zone adeguatamente ricche di pesce.

Dalle fattezze molto simili al Cormorano, il Marangone dal ciuffo presenta un classico piumaggio nero come la pece. Il collo, lungo e slanciato, sostiene un capo esile, mentre il becco risulta particolarmente lungo e aguzzo. Tipico della specie è appunto il classico “ciuffo” sul capo,  più evidente nei maschi in periodo riproduttivo.

Prospettive

Non del tutto noti sono i parametri demografici e riproduttivi della popolazione italiana della specie. Alcune simulazioni sono state condotte utilizzando i valori medi disponibili, produttività pari a 1,87 – in linea con il tasso d’involo di 2,4 riscontrato in Sardegna – e tassi di mortalità pari al 41% il primo anno, al 16% negli anni successivi, mentre la vita massima della specie non dovrebbe andare oltre i 15 anni.

Dati questi parametri, la popolazione sarda appare stabile o in leggero incremento nel medio periodo – i prossimi 30 anni – e con ottime possibilità di persistenza a lungo termine. Per questo motivo la stima attuale della popolazione – 2.120 coppie, pari a circa 9mila individui – viene assunta quale Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per la popolazione isolana della specie.

Più preoccupante è lo scenario se si analizza la popolazione tirrenica, toscana e laziale. Qui, in caso di produttività non ottimale – si è utilizzato il valore di 1,32, il più basso riscontrato – la popolazione avrebbe scarse possibilità di sopravvivere autonomamente, senza continui apporti di individui dalla Sardegna o dalla Corsica. Considerando uno scenario migliore – e una produttività pari a 1,87 – le possibilità di sopravvivenza sarebbero invece più elevate, anche data l’attuale consistenza della popolazione. Pertanto, si propone come Minima Popolazione Vitale (MVP) la soglia di 290 individui, pari a 75-80 coppie nidificanti, che avrebbe buone probabilità di sopravvivenza nei prossimi 100 anni anche ipotizzando valori più contenuti di produttività. Lo stesso valore è applicabile alla popolazione siciliana, attualmente stabile o in lieve calo.

Oltre a incrementare la consistenza della colonia toscana-laziale e siciliana, per raggiungere valori più prossimi all’FRV, sono indispensabili azioni di conservazione volti alla protezione dei siti riproduttivi. Soprattutto, le misure andrebbero indirizzate alla tutela dei siti più importanti da ogni forma di disturbo antropico, turisti ma anche imbarcazioni, che causano una notevole mortalità diretta, per esempio, nella popolazione toscana.

Minacce

Pur trattandosi di un uccello marino a tutti gli effetti, raramente il Marangone dal ciuffo si avventura lontano dalle coste. Di queste, frequenta soprattutto porzioni rocciose, o arcipelaghi circondati da acque relativamente profonde. Per alimentarsi predilige zone più riparate, come baie o canali, mentre il nido viene costruito su anfratti rocciosi il più delle volte riparati da vegetazione.

Il primo dato che emerge, in fase di valutazione delle principali minacce, è l’estrema variabilità del successo riproduttivo della specie tra una stagione e l’altra, in funzione della quantità e della qualità delle risorse alimentari disponibili. Stando ai dati medi, si è osservata una produttività in Sardegna pari a 2,4 pulcini per coppia, mentre la piccola colonia di Lampedusa ha mostrato una produttività inferiore, 50-60 giovani involati per le 30-40 coppie totali, pari a una produttività di 1,5-1,7 giovani per coppia.

Probabilmente è la predazione a rappresentare il principale fattore esterno in grado di influenzare – ed eventualmente compromettere – l’esito della riproduzione. È stato poi dimostrato come il successo della covata possa dipendere fortemente anche dal tipo di nido: anfratti più piccoli e in posizione più esposte facilitano di solito la caduta di uova o pulcini.

Ad essere indagata quale potenziale minaccia è stata anche la presenza di vari contaminanti ambientali: alcuni studi, in particolare, hanno evidenziato un’elevata concentrazione di mercurio.. Risulta importante anche la mortalità diretta causata dall’impatto con ami e reti da pesca che risulta la principale minaccia riscontrata nella colonia presente sull’Arcipelago Toscano.

Stato di salute

La specie in Europa è attualmente classificata come “sicura”. In largo aumento tra il 1970 e il 1990, il Marangone dal ciuffo ha poi conosciuto una fase di relativo declino. Un decremento che pare avere interessato solo il contingente nidificante, mentre la popolazione svernante si è dimostrata sostanzialmente stabile negli ultimi dieci anni del secolo scorso.

Protetta dalla legislazione venatoria italiana e tutelata dalla Direttiva Uccelli, la popolazione di Marangone dal ciuffo nidificante nel nostro Paese potrebbe raggiungere le 1.600-2000 coppie, a fronte di una popolazione “comunitaria” complessiva pari a circa 46-47mila coppie. Il contingente italiano rappresenta pertanto il 3-5% della popolazione nidificante nell’Ue, anche se l’Italia ospita almeno un quinto della popolazione globale della sottospecie mediterranea qui considerata, e detiene dunque una grande responsabilità per la sua conservazione.

Data l’ubicazione delle colonie italiane principali, concentrate in Sardegna non stupisce come la maggior parte dei movimenti segnalati tra l’Italia e l’estero coinvolgano la vicina Corsica, che ospita importanti colonie della specie. In generale, il contesto sardo-corso è da considerarsi un tutt’uno dal punto di vista della conservazione della specie, essendo notevoli le connessioni tra le due colonie, nonché i movimenti tra queste e la costa toscana (soprattutto l’Isola d’Elba).

Generalmente orientata alla stabilità è la popolazione italiana negli ultimi 30-40 anni. Le stime sulla popolazione sono state recentemente aggiornate a 1.515-2.190 coppie, tendenzialmente in linea con i valori rilevati precedentemente. Probabilmente, tuttavia, la popolazione di Marangone dal ciuffo ospitata dal nostro Paese in tempi storici era più abbondante. In Sardegna, per esempio, la popolazione era stimata in 3-5mila individui all’inizio degli anni Settanta, solo 1.465-2120 coppie secondo i censimenti effettuati negli ultimi anni del secolo scorso. Anche le 30-40 coppie riportate per l’Arcipelago toscano nel 1993 sono state successivamente aggiornate a non più di 20-30. Estinta  l’ultima popolazione siciliana a Lampedusa, secondo recentissime stime. Un minuscolo contingente è presente infine nel Lazio, con 2-5 coppie rilevate nell’Arcipelago Ponziano alla fine degli anni Novanta.

Semaforo

Il Marangone dal ciuffo in Italia mostra, nel complesso, uno stato di salute relativamente buono. Stabile o in leggero incremento risulta la popolazione complessiva, soprattutto il contingente sardo che appare sufficientemente consistente per assicurarsi una sopravvivenza autonoma anche nel medio e lungo periodo. Meno confortante il quadro che emerge dal monitoraggio della popolazione tirrenica, ancora troppo ridotta per mantenersi vitale nel lungo periodo, specialmente nel caso di un abbassamento del successo riproduttivo. In questo caso solo con nuovi e continui apporti dalla Sardegna e dalla Corsica sarebbe ipotizzabile una stabilità e una persistenza delle popolazioni. Lo scenario invece della popolazione siciliana appare al momento irreversibile considerata l’estinzione recente della popolazione.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* stabile favorevole
Popolazione stabile; localmente inferiore all’FRV inadeguato
Habitat della specie presumibilmente stabile favorevole
Complessivo   inadeguato

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Non è raro vedere questi uccelli riuniti, tutti assieme, su scogli rocciosi, intenti a riposarsi un attimo prima di ripartire, per baie, canali e acque protette, alla ricerca di cibo. Meno avvezzo, rispetto ad altre specie, ad avventurarsi in mare aperto, il Marangone mette in mostra in questi casi il proprio piumaggio, quasi completamente nero e con riflessi metallici verdi; il classico ciuffo, che campeggia sul capo; e naturalmente il canto, costituito da una serie di sequenze aspre e ruvide, tipiche di molti uccelli marini.