MARANGONE DAL CIUFFO
NOME SCIENTIFICO: Phalacrocorax aristotelis desmarestiiTra Sardegna e coste toscane si trova il regno del Marangone dal ciuffo. Per i non addetti ai lavori, la specie ricorda molto da vicino le fattezze del classico Cormorano, che peraltro appartiene alla stessa famiglia: corpo slanciato, becco sottile, piumaggio nero lucido, zampe nerastre. Fa eccezione il ciuffo, da cui la specie prende il nome, elemento fondamentale della “livrea” indossata dal maschio durante il corteggiamento…
Minacce
Pur trattandosi di un uccello marino a tutti gli effetti, raramente il Marangone dal ciuffo si avventura lontano dalle coste. Di queste, frequenta soprattutto porzioni rocciose, o arcipelaghi circondati da acque relativamente profonde. Per alimentarsi predilige zone più riparate, come baie o canali, mentre il nido viene costruito su anfratti rocciosi il più delle volte riparati da vegetazione.
Il primo dato che emerge, in fase di valutazione delle principali minacce, è l’estrema variabilità del successo riproduttivo della specie tra una stagione e l’altra, in funzione della quantità e della qualità delle risorse alimentari disponibili. Stando ai dati medi, si è osservata una produttività in Sardegna pari a 2,4 pulcini per coppia, mentre la piccola colonia di Lampedusa ha mostrato una produttività inferiore, 50-60 giovani involati per le 30-40 coppie totali, pari a una produttività di 1,5-1,7 giovani per coppia.
Probabilmente è la predazione a rappresentare il principale fattore esterno in grado di influenzare – ed eventualmente compromettere – l’esito della riproduzione. È stato poi dimostrato come il successo della covata possa dipendere fortemente anche dal tipo di nido: anfratti più piccoli e in posizione più esposte facilitano di solito la caduta di uova o pulcini.
Ad essere indagata quale potenziale minaccia è stata anche la presenza di vari contaminanti ambientali: alcuni studi, in particolare, hanno evidenziato un’elevata concentrazione di mercurio.. Risulta importante anche la mortalità diretta causata dall’impatto con ami e reti da pesca che risulta la principale minaccia riscontrata nella colonia presente sull’Arcipelago Toscano.