OCA GRANAIOLA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliOCA GRANAIOLA

NOME SCIENTIFICO: Anser fabalis
 
Semaforo N.C.

Ghiotta di cereali e leguminose, l’Anser fabalis ha il suo regno “invernale” nelle aree costiere paludose e lagunari che si estendono vicino a vasti campi coltivati. Qui l’Oca granaiola si avventura zampettando alla ricerca di cibo, mentre una sentinella è sempre pronta a dare l’allarme in caso di pericolo. Ma per proteggersi dai nemici ha a disposizione anche un’altra arma, la capacità di mimetizzarsi piuttosto abilmente, nonostante le notevoli dimensioni. Molto più facile è osservarla in volo, spesso nella classica formazione a “V”. In Italia vengono a svernare esemplari provenienti soprattutto da Germania e Olanda, ma la maggioranza della popolazione nidificante in territorio europeo è concentrata in Russia.

Minacce

Analizzando il trend tra il 1998 e il 2003 emerge che, da tempo, l’Anser fabalis  in Italia non raggiunge il migliaio di individui e che spesso, anzi, è più vicina al centinaio, con occasionali picchi sempre dovuti a fattori climatici e con una distribuzione che continua a interessare meno di 10 siti.

Diverse le minacce che pesano sulla specie e che ne ostacolano l’espansione, quando non la sopravvivenza. Primo pericolo per le oche granaiole, l’eccessiva pressione venatoria. In passato la caccia, insieme alla perdita di habitat, sono stati alla base del consistente declino registrato dalla specie.

Altri pericoli – che persistono tuttora nonostante l’Oca granaiola non figuri più tra le specie cacciabili – derivano da fattori di disturbo ai siti di sosta. Sensibile all’influenza aviaria, la specie si mostra particolarmente esposta al rischio di avvelenamento da pesticidi: un’evidenza legata anche alle abitudini alimentari di questo uccello, che va alla ricerca di cereali e legumi direttamente nei campi coltivati.

In Russia – dove nidifica la maggior parte della popolazione europea – Norvegia e Svezia la perdita e il degrado dell’habitat continuano a rappresentare i fattori principali di minaccia per la specie. Un degrado causato, in particolare, dall’inquinamento da petrolio, dagli interventi di estrazione e dalle opere di bonifica. Anche l’abbandono delle tradizionali pratiche agro-pastorali nella direzione di un’agricoltura meccanizzata e intensiva non giocano a favore della sopravvivenza dell’Oca granaiola nel lungo periodo.