OCA SELVATICA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliOCA SELVATICA

NOME SCIENTIFICO: Anser anser
 
Semaforo N.C.

Antenata dell’Oca domestica, anche l’Anser anser è facilmente addomesticabile. Di carattere socievole, è però molto rumorosa ed è praticamente onnivora. Predilige le zone umide e si alimenta con facilità negli ambienti agricoli e la progressiva estensione delle aree abitate rappresenta sempre di più una minaccia. È proprio osservando il comportamento dell’oca selvatica che Konrad Lorenz ha elaborato la teoria dell’imprinting. Lo scienziato austriaco, padre dell’etologia moderna, ha sperimentato in prima persona il meccanismo, comportandosi come una madre sostitutiva delle piccole oche, che dimostravano di attaccarsi a lui come fosse la loro madre biologica, tanto da seguirlo in fila indiana negli spostamenti…

Stato di salute

La sopravvivenza dell’Oca selvatica in Europa non suscita particolari preoccupazioni. Il suo stato di conservazione è considerato relativamente favorevole e la specie è stata inserita nell’Allegato II della Direttiva Uccelli. L’Oca selvatica è comunque protetta in Italia dalla legislazione sulla caccia e, nonostante una situazione complessivamente buona, la sua presenza è soggetta a oscillazioni periodiche, non tutte riferibili a fenomeni positivi. A rendere ancora più complessa la valutazione è il fatto che l’Oca selvatica in l’Italia è stata recentemente reintrodotta con specifici piani di reintroduzione, e non può considerarsi quindi una recente colonizzazione naturale.

Prendendo in considerazione la situazione nell’Unione europea, si può affermare con sicurezza che l’Anser anser  a partire dal 1970 ha registrato un largo aumento, proseguito fino al 2000: una tendenza che riguarda il numero delle coppie nidificanti, così come il numero degli individui svernanti. La stima più recente (datata 2004) parla di una popolazione sul territorio dell’Unione Europea compresa tra le 65mila e le 87mila coppie e di un contingente svernante di 350mila individui. Numeri che a livello continentale rappresentano circa la metà (46-54%) della popolazione complessiva – che in Europa ammonta a 120-190mila coppie, in largo aumento – e che a livello mondiale costituisce una frazione compresa tra il 5 e il 24%.

Restringendo il campo al territorio italiano, dopo l’aumento registrato nel decennio tra il 1990 e il 2000, le ultime stime parlano di 150-200 coppie. È comunque interessante l’analisi dello svernamento, visto che tra le oche quella selvatica è di gran lunga la più abbondante e anche quella che viene a svernare con maggiore regolarità sul territorio nazionale. A fermarsi nelle zone umide italiane sono soprattutto gli stormi che percorrono la rotta centro-europea: in gran parte individui provenienti da Polonia, Repubblica Ceca e, in misura minore, da Austria e Germania. Da questi Paesi infatti arrivano la maggior parte degli esemplari ricatturati in Italia; molto scarsi invece quelli provenienti dalla Scandinavia e dai Paesi dell’Europa nord-occidentale. Alto Adriatico, Maremma, costa settentrionale del Lazio sono le aree maggiormente frequentate in Italia, ma significative sono anche le aree interne di Emilia, Toscana e Umbria. La specie è comunque presente anche in situazioni spiccatamente mediterranee, come dimostrano le ricatture in Sardegna e Sicilia.

I numeri dello svernamento segnalano per l’Italia una diffusione in aumento, come dimostrato dall’indice di ampiezza dell’areale, mentre l’indice di copertura dei siti dal 1993 non è più aumentato. Prendendo come riferimento il periodo tra il 1991 e il 2000, nel secondo quinquennio si registra un raddoppio della media rispetto al primo, con un massimo annuale raggiunto nel 2000, pari a 3.136 individui, andamento positivo confermato dall’analisi dei dati relativi al periodo tra il 1998 e il 2003, anno in cui la popolazione svernante è calcolata tra i 400 e i 3.200 individui.