ORGANETTO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliORGANETTO

NOME SCIENTIFICO: Carduelis flammea
 

Può capitare sulle montagne del nord Italia di scorgere tra betulle e abeti la macchia rossa che dal capo scende fin sul petto dell’Organetto, un passeriforme che abita i nostri boschi, vivendo in gruppi composti da circa una decina d'esemplari. È, come tanti altri fringillidi, una specie caratterizzata da una grande adattabilità e per questo gli Organetti da sempre vengono anche allevati in cattività e riprodotti con successo dall'uomo come uccelli ornamentali, ma ultimamente anche per la reintroduzione in natura.

 

Ordine: Passeriformes Famiglia: Fringillidae

L'organetto presenta un piumaggio bruno variegato di nero, con presenza di lipocromo rosso sulla calottina in entrambi i sessi, mentre soltanto tra i maschi dal secondo anno di vita si presenta anche sull'alto petto. Un segno distintivo dell'organetto è il tipico pizzetto nero. Il becco è di colore giallo fiammato di scuro.

Mediamente misura 13 centimetri di lunghezza. Il cibo preferito è formato da semi di conifere e betulla, ma gradisce anche i capolini delle asteracee. In genere costruisce il nido tra conifere e cespugli, deponendo dalle 3 alle 6 uova, che si schiudono dopo 13 giorni.

L’Organetto è una delle meno frequentemente inanellate tra le specie di Fringillidi. Le catture sono concentrate nella parte centro-orientale della fascia prealpina ed alpina, in particolare in Trentino, Veneto e Lombardia. Nonostante il campione sia numericamente modesto, ampia è la sua area di origine.

Questa va dal Regno Unito alla costa settentrionale del Baltico finlandese, alla Svezia centrale. Le distanze percorse dai soggetti segnalati in Italia sono ampiamente variabili, ma le più rilevanti superano i 2.000 chilometri dai siti di inanellamento.

Prospettive

L’Organetto è in Italia una specie poco studiata. Sarebbe opportuno avviare indagini ad ampia scala su preferenze ambientali, biologia riproduttiva e dinamica di popolazione. Sulla base dei valori noti per la Lombardia, è possibile proporre un FRV a scala locale di 3 coppie per ha (Brichetti & Fasola 1990).

Utile a migliorare le prospettive per la specie è certamente mantenere attività agro-pastorali non intensive, a piccola scala, in ambito montano, per garantire la presenza di ambienti aperti e semi-aperti in prossimità delle aree boscate idonee. Anche limitare utilizzo di pesticidi e conservare ambienti marginali presso frutteti e vigneti per migliorarne l’idoneità ad ospitare la specie può rivelare una grande utilità per il futuro degli organetti.

Minacce

Difficile individuare fattori particolarmente importanti per questa specie, la cui conservazione dipende innanzitutto dal mantenimento degli ambienti idonei. Una lieve contrazione delle aree idonee alla specie viene imputata all’abbandono delle attività zootecniche e agricole in montagna.

I boschi ripariali nelle vallate alpine, uno degli ambienti utilizzati dalla specie, sono tra le tipologie forestali più vulnerabili e in diversi contesti appaiono in riduzione. Le coppie insediate in frutteti e vigneti sono ovviamente influenzate dalla conduzione agricola di tali ambienti.

Per quel che concerne il successo riproduttivo, i principali predatori sono i corvidi, ma anche scoiattoli e gatti, mentre un indubbio impatto è esercitato dalle condizioni meteorologiche. Nel Sachsen si è registrato un successo riproduttivo nel 43% dei nidi, tasso d’involo pari a 3.7 giovani involati per coppia di successo e produttività pari a 1.6 giovani involati per nido. In Italia, sulle Alpi Retiche, la percentuale di nidi in cui si è avuto allevamento dei pulli era dell’85.7%, la percentuale dei nidi di successo del 95.1%, la dimensione media della covata di 4.07 ± 0.5, la produttività pari a 1.92 ± 1.80 ed il tasso d'involo di 2.25 ± 1.80.

Stato di salute

Attualmente classificato come sicuro in Unione Europea, con stato di conservazione favorevole anche a livello continentale. Nel complesso, si registra un moderato incremento della popolazione nidificante nell’Unione Europea sia nel periodo 1970-1990, seguito da moderato declino nel periodo 1990-2000.

La popolazione dell’UE è stimata in 560.000-1.800.000 coppie. Il 6-9% della popolazione continentale della specie (8.800.000-19.000.000 coppie, trend sconosciuto) e una frazione inferiore al 5% di quella globale nidificano nell’Unione Europea.

La popolazione italiana è stimata stabile in 20.000-50.000 coppie. Non è stato redatto un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale sulla specie. L’organetto non è stato considerato nella Lista Rossa Nazionale. Risulta, inoltre, specie protetta in Italia ai sensi della legislazione venatoria (Art. 2, 157/92). I dati del progetto MITO2000 per il periodo 2000-2009 indicano una tendenza generale incerta.

Semaforo

L’Organetto è una specie per la quale disponiamo di poche informazioni relativamente a trend demografico ed eventuali variazioni qualitative e quantitative dell’habitat. Una lieve contrazione dell’habitat della specie, causata dall’abbandono delle attività agro-pastorali montane con conseguente chiusura degli ambienti forestali radi e delle radure inframmezzate ai boschi, è stata riportata per il Trentino ed è probabile che, seppur in misura verosimilmente non drammatica, una tale dinamica non favorevole, interessi buona parte dell’areale alpino della specie.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* verosimilmente stabile favorevole
Popolazione probabilmente stabile favorevole
Habitat della specie probabilmente stabile favorevole
Complessivo   favorevole

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Il canto dell'Organetto