

PASSERA D'ITALIA
NOME SCIENTIFICO: Passer italiae
È il tipico “passerotto” che vediamo in città, ed è in assoluto la specie più nota e quella che ha saputo meglio sfruttare a proprio vantaggio, almeno storicamente, la presenza dell’uomo. Vive, infatti, ovunque: nei casolari, nei palazzi in città o in campagna, indifferentemente. Si adatta meglio di qualunque altra specie agli ambienti più diversi. La Passera d’Italia è una specie strettamente sociale: la sua vita si svolge all’interno di colonie numerosissime, pascola in gruppo, nidifica in gruppo, dorme in gruppo, in ogni circostanza e in tutte le stagioni dell’anno. Rispetto al comportamento molto confidente con l’uomo mostrato in ambiente urbano, in campagna è invece estremamente sospettosa, e ben raramente si lascia avvicinare…
Stato di salute
A causa della non univoca opinione degli esperti sulla tassonomia della specie, non è utile considerare i dati riportati dal rapporto BirdLife International (2004) che riportano una popolazione complessiva della specie per il nostro Paese di 50.000-100.000 coppie (Passer domesticus/italiae ). Più significativi sono i dati riportati da altri autori che indicano una popolazione complessiva di 5-10 milioni di coppie negli anni ’90: è probabile tuttavia che il contingente attuale sia ampiamente inferiore a questo valore.
Evidenti sono, infatti, i segni di declino della popolazione nazionale. Nel 2000-2005 l’andamento medio della specie denota una diminuzione, con una variazione media annua al ribasso pari al 6,1% e una differenza dell’indice di popolazione tra il 2000 e il 2005 superiore ai 27 punti percentuali. Il declino del contingente italiano della specie potrebbe essere quindi stimato in una riduzione del 50% degli effettivi negli ultimi 10 anni, un declino più pronunciato nelle aree urbane e – soprattutto – nei centri storici. Anche i dati del progetto MITO 2000 per il periodo 2000-2009 indicano, coerentemente con questo scenario, una tendenza generale al declino, se pure più moderato (meno 4,63%).
La popolazione italiana include praticamente l’intera popolazione globale della specie, ad eccezione dei nuclei corso e maltese e del Canton Ticino. L’Italia ha pertanto la massima responsabilità nella sua conservazione.
Ad oggi, non è stato redatto un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale sulla specie, che non risulta inclusa in nessuna convenzione internazionale. La Passera d’Italia non è stata considerata nella Lista Rossa Nazionale. Risulta, inoltre, specie cacciabile in alcune province italiane in base alle deroghe previste dalla Direttiva Uccelli (79/409).