PASSERA EUROPEA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
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Specie protette dalla Direttiva UccelliPASSERA EUROPEA

NOME SCIENTIFICO: Passer domesticus
 

La Passera europea è con ogni probabilità la specie più diffusa e nota in Europa, sia nelle città sia nelle campagne. È una specie molto socievole e, al di fuori dal periodo riproduttivo, è solita riunirsi in gruppi di almeno una decina di individui. Non nutre un particolare timore nei confronti dell’uomo, al quale spesso si avvicina alla ricerca di cibo. Uno dei suoi comportamenti peculiari è il “bagno di polvere e terra”, pratica che compie quando sente il bisogno di liberarsi dai parassiti…

Minacce

Dal punto di vista dei possibili fattori negativi per la specie valgono, per il contingente italiano, le stesse considerazioni generali relative alla popolazione continentale. Tra i fattori alla base del declino registrato a livello europeo – e quindi potenzialmente impattanti anche sulla popolazione italiana – vi è senza dubbio la riduzione dei siti idonei alla nidificazione, causata da interventi di ristrutturazione e “ammodernamento” di vecchi edifici, dalla diminuzione di specie preda importanti per l’alimentazione dei pulcini, dalla diminuita disponibilità di cibo anche al di fuori della stagione riproduttiva in conseguenza dei cambiamenti nelle pratiche agricole.

Densità inferiori della specie sono state poi rilevate in aree con maggior radiazione elettromagnetica, tanto da individuare quest’ultima come un ulteriore causa di potenziale declino. Discorso diverso per le aree urbane ove – a differenza che nelle zone rurali – il decremento sembra spiegabile come conseguenza dei cambiamenti nel modello socioeconomico avvenuti negli ultimi decenni, con modifiche pesanti sull’habitat potenzialmente idoneo alla specie tali da influenzarne successo riproduttivo e disponibilità di cibo, oltre a causare un aumento del rischio di predazione al nido.

Fattori meteorologici – annate particolarmente fredde e umide – allagamento e predazione al nido da parte di donnole, ratti, topi, gatti randagi, serpenti, ghiandaie, gazze, civette, sparvieri, rappresentano i principali fattori responsabili del fallimento delle nidiate. In Italia, il successo di schiusa è compreso tra il 45% e 95%, mentre il successo complessivo – giovani giunti all’involo sul totale delle uova deposte – è compreso tra il 37,2% e l’84.6%.

Va comunque rilevato come, nonostante un quadro continentale sfavorevole, la popolazione italiana di Passera europea mostri, a livello complessivo, un trend tendenzialmente stabile. Presente esclusivamente nella bioregione alpina e nelle aree adiacenti di quella continentale, la specie mostra tendenza stabile anche su scala locale, ad esempio in Lombardia, ove sono stimate 500-1.000 coppie, o anche in Friuli-Venezia Giulia, dove la specie appare in espansione verso ovest. Particolarmente frequenti i casi di “ibridazione” con la Passera d’Italia, specialmente nell’alto Comasco, in Alto Adige, nella bassa pianura veneta.