PASSERA EUROPEA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie protette dalla Direttiva UccelliPASSERA EUROPEA

NOME SCIENTIFICO: Passer domesticus
 

La Passera europea è con ogni probabilità la specie più diffusa e nota in Europa, sia nelle città sia nelle campagne. È una specie molto socievole e, al di fuori dal periodo riproduttivo, è solita riunirsi in gruppi di almeno una decina di individui. Non nutre un particolare timore nei confronti dell’uomo, al quale spesso si avvicina alla ricerca di cibo. Uno dei suoi comportamenti peculiari è il “bagno di polvere e terra”, pratica che compie quando sente il bisogno di liberarsi dai parassiti…

Prospettive

La specie è poco studiata, se si eccettuano contributi indirizzati a descriverne distribuzione e abbondanza in relazione alla presenza della Passera d’Italia. Sarebbe importante verificare, da questo punto di vista, quali fattori possano influenzare in maniera decisiva densità, sopravvivenza e successo riproduttivo.

In mancanza di dati di dettaglio sulla densità, non risulta al momento possibile stabilire un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) specifico per la specie. In via provvisoria, si possono comunque mutuare i valori utilizzati per la Passera d’Italia, stante la quasi totale sovrapponibilità delle abitudini e delle esigenze ecologiche delle due specie. Anche per la Passera europea si può quindi proporre, per l’Italia, un FRV pari a 12 coppie per 10 ettari su scala locale e a 200 coppie per kmq a scala di comprensorio.

Nel complesso, per favorire la presenza della specie è utile mantenere condizioni idonee alla riproduzione nei siti ospitanti coppie nidificanti. In particolare, per le aree rurali, vanno incentivate pratiche agricole compatibili con le esigenze ecologiche della specie – limitando l’uso di pesticidi responsabili della diminuzione della disponibilità di cibo e specialmente di insetti per il nutrimento dei pulcini – e limitati gli interventi di ristrutturazione di vecchi casolari ed edifici idonei ad ospitare i nidi.

Rispetto alle aree urbane, va comunque rilevata per l’Italia una situazione relativamente migliore di quella registrata a livello continentale. Questo, con tutta probabilità, in conseguenza della peculiare geografia antropica del nostro Paese, con una massiccia presenza di centri urbani di piccole dimensioni e spesso – per quanto riguarda l’areale alpino e prealpino di maggiore diffusione della specie – meno degradati rispetto ad altri contesti urbani della Penisola ove è maggiore la presenza della P. Italiae.