

PERNICE DI MARE
NOME SCIENTIFICO: Glareola pratincola
Sono pochi gli elementi del comportamento e della forma di questo uccello a ricordare la Pernice vera e propria. Eppure, è a causa del becco, corto e ricurvo, che gli è stato assegnato il nome di Pernice. Di mare, naturalmente, essendo questo uccello abituato a colonizzare le aree umide prossime alle zone costiere, prive di vegetazione densa e con ampia disponibilità di cibo. Inutile ricordare quanto gli habitat con queste caratteristiche siano sempre meno, nel nostro come in tutti i Paesi dell’Europa meridionale che ospitano popolazioni importanti di questa specie…
Stato di salute
Nell’Unione Europea nidificano regolarmente dalle 5.500 alle 7.000 coppie di questa specie. Una consistenza decisamente inferiore rispetto a quella registrata fino al 1970, quando è iniziato un moderato ma inesorabile declino.
Tra le 10 e le 18mila coppie la popolazione continentale complessiva, mentre in Italia, nonostante i relativamente numerosi siti in cui la specie è stata censita, erano presenti non più di 130 coppie nel 2000, 121-156 nel 2001, mentre i dati più recenti sembrano orientati alla stabilità. Questa popolazione, in relativo aumento dagli anni ’80, rappresenta una frazione molto modesta di quella comunitaria – pari a poco più del 2% – mentre a livello continentale non più dell’1% della popolazione nidificante sceglie il nostro Paese per completare il proprio ciclo riproduttivo.
Più nel dettaglio, la popolazione italiana della specie appare soggetta a fluttuazioni importanti, con locali incrementi o decrementi anche di una certa consistenza. Su base storica, è da evidenziare comunque un certo incremento, essendo le coppie censite al 1984 appena 30-90, per arrivare a un centinaio dieci anni dopo e alle 121-156 all’inizio degli anni Duemila.
A livello regionale, le più importanti aree di presenza comprendono il litorale Alto Adriatico, dove le coppie censite vanno dalle 23 del Veneto alle 5-31 delle zone umide ripristinate dell’Emilia-Romagna, dalle 10-15 coppie stimate in Sardegna (in consistente decremento rispetto a vent’anni fa) alle 80 coppie censite nel Biviere di Gela. Altri siti meno rilevanti sono presenti in Campania, in Toscana – dove la specie nidifica solo occasionalmente – e in Puglia, dove le coppie censite ammontano a poche unità.