PICCHIO CENERINO - Uccelli da proteggere

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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliPICCHIO CENERINO

NOME SCIENTIFICO: Picus canus
 

La simbiosi di questa specie con gli alberi e con l’ecosistema del bosco presenta aspetti fenomenali. Nelle vecchie piante questo uccello costruisce il proprio nido, scavando una cavità con il becco robusto, tagliente, usato a mo’ di scalpello. Sempre dagli alberi ricava il proprio nutrimento, di solito piccoli insetti che si sono rifugiati tra gli strati di legno della corteccia (si chiamano infatti xilofagi). E una volta abbandonato, il nido del Picchio offre rifugio per tutta una serie di altri uccelli non “in grado” di costruirselo per proprio conto…

 

Ordine: Piciformes  Famiglia: Picidae

La sua presenza in Italia risulta estremamente localizzata: il Picchio cenerino è in pratica confinato alle alpi nord-orientali, arrivando a lambire, a ovest, il confine con la Lombardia. A livello continentale, la specie abita l’Europa e la Siberia occidentale, mentre altre sottospecie – poco più di una decina in tutto – vivono in altre parti dell’Asia, fino alla Corea del sud e all’isola di Sumatra.

Piuttosto stanziale, il Picchio cenerino può compiere spostamenti importanti soltanto d’inverno, lontano dalla stagione riproduttiva. Più schivo rispetto al “cugino” Picchio verde – con cui condivide sia le tonalità del piumaggio sia l’importante macchia rossa sul capo, fatta eccezione per collo e resto della testa di colore grigiastro – il Picchio cenerino abita foreste miste, anche di piccola dimensione, purché siano presenti radure erbose nei pressi degli alberi.

Le formiche costituiscono il presupposto della presenza del Picchio cenerino (come con il “cugino” Picchio verde), costituendo una parte importantissima della sua dieta. Il nido – come è facile immaginare – viene scavato sul tronco utilizzando il possente becco, a un’altezza di 5-6 metri da terra. La covata media è di circa 8 uova, mentre i pulli, a differenza di quanto avviene in altre specie, si trattengono a lungo nel nido, anche dopo la nascita.

Oltre che per costruirsi la “casa”, il legno dei vecchi alberi riveste un’importanza notevole anche nell’alimentazione. Il becco stesso viene infatti utilizzato non solo per lo scavo del nido, ma anche per becchettare la corteccia, in cerca dei vari tipi di insetti – tipicamente, appunto, le formiche, ma anche larve e lombrichi – che si nascondono tra i vari strati di legno.

Prospettive

Fatta eccezione per alcuni approfonditi studi svolti in Trentino e in Friuli-Venezia Giulia, la specie non risulta ancora abbastanza studiata nei principali parametri demografici e riproduttivi. Gli unici valori disponibili si riferiscono a popolazioni locali, per esempio la densità sulle Alpi Carniche, stimata in 1,16 maschi riproduttivi ogni km quadrato, densità che sale a 1,28 nelle Prealpi Carniche.

Dati, questi, che risultano chiaramente insufficienti per la determinazione di un Valore di Riferimento Favorevole (FRV). Considerata anche la scarsa disponibilità di conoscenze sulle specie affini, è più utile fornire indicazioni generali di conservazione che partono anche in questo caso dalla necessità di mettere in atto una gestione forestale compatibile con le esigenze ecologiche di questa ed altre specie.

Particolare cautela dovrebbe essere adottata soprattutto sui siti di presenza sporadica, ubicati ai margini dell’areale. La tutela dei boschi residui di fondovalle o ripariali – dove il Picchio cenerino può nidificare indifferentemente in pioppi, faggi, querce, tigli, occasionalmente salici – costituisce la principale garanzia per la nidificazione della specie anche in quelle aree dove la sua presenza è più frammentata e irregolare. Le stesse azioni dovrebbero coinvolgere le foreste a bassa quota, salvaguardando ove possibile proprio quelle piante vecchie o “marcescenti” che rappresentano invece l’ideale per la costruzione del nido.

Minacce

In Friuli-Venezia Giulia la specie appare distribuita abbastanza uniformemente, con una popolazione stimata che potrebbe raggiungere anche le 350 coppie. Meno diffusa la specie in Veneto, dove le principali popolazioni – 80-100 coppie – sono confinate nel bellunese, mentre la presenza nella Lombardia orientale è stata accertata solo di recente, con una consistenza non superiore alle 10 coppie. È invece il Trentino che ospita le popolazioni più importanti, con trend orientati alla stabilità accompagnati da incrementi ed espansioni locali.

Anche il Picchio cenerino – così come quelle specie che utilizzano il suo nido una volta abbandonato – ha sofferto molto per la gestione forestale intensiva, che rappresenta attualmente la minaccia principale per la specie in Italia. La rimozione di alberi morti o malati – che rappresentano invece l’ideale per questa specie – provoca la drastica diminuzione dei siti idonei per la nidificazione.

In generale, il Picchio cenerino predilige foreste miste, non necessariamente di grandi dimensioni, purché siano presenti vecchie piante in cui nidificare e purché al bosco si alternino ampie radure in grado di favorire l’abbondante presenza del proprio “piatto” preferito: le formiche. Se nell’Europa centrale il Picchio cenerino non vive, di solito, ad alta quota, sulle Alpi può anche superare i 2000 m.

In Trentino, dove vive la popolazione principale della specie, il Picchio cenerino predilige le foreste rade, tipiche del limite dei boschi, dove agli abeti si sovrappongono i larici. In linea con le proprie esigenze ecologiche, predilige versanti scoscesi o al limite dei pascoli, dove siano abbondanti le piante vecchie o “marcescenti”. Le prime, purtroppo, ad essere eliminate durante le operazioni di classica gestione forestale.

Stato di salute

Purtroppo, il Picchio cenerino si trova in una situazione di grande sofferenza nell’intero areale europeo. In moderato declino tra il 1970 e il 1990, la popolazione “comunitaria” di Picchio cenerino, stimata attualmente in 35-62mila coppie, ha conosciuto successivamente una fase di relativa stabilità.

La popolazione dell’Unione Europea corrisponde però a meno del 20% di quella continentale complessiva, stimata in 180-320mila coppie, e a meno del 5% della popolazione globale della specie. In Italia nidificano circa 700-1.500 coppie di questa specie, una popolazione estremamente localizzata e confinata sulle alpi orientali, principalmente Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia settentrionale, porzione orientale delle Alpi Lombarde.

Particolarmente protetta dalla legislazione venatoria, la popolazione italiana della specie si è mantenuta stabile negli ultimi anni del Novecento, in linea con l’andamento rilevato a livello di Unione Europea. In tempi storici, tuttavia, la specie era presente nell’intera catena alpina, dalla Liguria – ove era comunque molto rara – fino alle Alpi Giulie. Pur essendo tali informazioni storiche tutte da verificare e oggetto di discussione tra gli esperti, risalta comunque l’instabilità della popolazione di Picchio cenerino ai margini dell’areale, con lo stato e la distribuzione reale della specie che risultano tuttora non adeguatamente conosciuti.

Semaforo

Probabilmente, il Picchio cenerino è più diffuso di quanto non si credesse fino a pochi anni fa. Alla generale stabilità delle popolazioni si potrebbe quindi accompagnare una moderata espansione di areale, pur con presenze ancora sporadiche e irregolari. Allo stesso tempo, è probabile che la specie fosse storicamente più consistente e diffusa sull’intero arco alpino. In attesa di studi più approfonditi sui trend demografici, appare evidente la correlazione positiva che esiste tra l’aumento della superficie forestale e le possibilità di persistenza per questa specie. Il tutto è però condizionato dalla messa in atto di tecniche di silvicoltura più attente alla conservazione di valori naturalistici fondamentali per questa ed altre specie, con particolare riferimento alla salvaguardia delle piante più vecchie, predilette dal Picchio cenerino per la costruzione del nido.

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* in aumento; poco noto nel passato sconosciuto
Popolazione stabile/in aumento favorevole
Habitat della specie stabile/in aumento favorevole
Complessivo   favorevole

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Simile al Picchio verde nel piumaggio, se ne distingue invece per il canto, meno aspro e con toni più distanziati. Difficile però udirlo al di fuori della stagione riproduttiva, quando il Picchio cenerino ama starsene in silenzio…