PICCHIO ROSSO MAGGIORE - Uccelli da proteggere

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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliPICCHIO ROSSO MAGGIORE

NOME SCIENTIFICO: Dendrocopos major
 

È una specie solitaria. Il periodo migliore per osservarla è febbraio-marzo, quando, alla vigilia della fase riproduttiva, inizia a mostrare un comportamento “territoriale”, difendendo vivacemente la propria porzione di foresta. Si può facilmente osservare, allora, mentre tamburella con il becco sui tronchi o sui rami cavi per delimitare il territorio. Il volo è tipicamente molto ondulato. Cattura le proprie prede – soprattutto insetti – infilando la lunga lingua nelle gallerie scavate nel legno con il becco. In autunno la sua dieta è composta anche di semi e frutti, quali bacche e ghiande, che accumula nel nido. Non stupisce che, quando nel febbraio del 2005 lo scienziato canadese Louis Lefevre ha presentato un metodo per misurare il quoziente intellettivo degli uccelli, in termini di “strategie alimentari” il Picchio sia stato classificato come una delle specie più intelligenti…

Prospettive

La specie è ampiamente studiata in Italia per quanto riguarda distribuzione, ecologia e spettro alimentare. Lacune conoscitive persistono tuttavia su ampi comprensori meridionali. A livello nazionale, mancano in ogni caso dati quantitativi sul successo riproduttivo e altri parametri riproduttivi.

Sulla base dei dati disponibili, per gli ambienti forestali più idonei e continui – quali boschi maturi di latifoglie, saliceti ripariali e pioppeti maturi in aree golenali – si può proporre, come Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per il nostro Paese, una densità riproduttiva pari a 5 coppie per kmq a scala di comprensorio. A scala locale, tale valore può essere fissato a 2 coppie per 10 ettari.

In contesti particolarmente favorevoli alla specie – per esempio nelle foreste più mature con buona disponibilità di piante cave o marcescenti – la densità può anche superare ampiamente tali valori. Un FRV più basso, e pari a 0,5 coppie per kmq a scala di comprensorio, può invece essere proposto per agrosistemi planiziali, boschetti e filari dispersi nella matrice agricola, peccete pure e boschi situati sopra i 1.500 metri di quota.

La promozione di strategie selvicolturali che prevedano il rilascio di almeno un numero significativo di vecchie piante, anche nei pioppeti industriali, nonché il mantenimento di tutte le piante cavitate possono favorire notevolmente la specie. Il Picchio rosso maggiore ha poi dimostrato di essere in grado di sfruttare a proprio beneficio anche elementi minimi di connessione ecologica –quali filari arborati, macchie vegetate e boschetti e alberi isolati – in contesti di pianura.

Pertanto, soprattutto in ambito planiziale e agricolo, andrebbe rivolta maggiore attenzione nella pianificazione territoriale prevedendo azioni volte al mantenimento e al rinforzo di efficaci reti ecologiche tramite la creazione e il ripristino di aree forestali ed elementi minimali di “cucitura”, tra loro interconnessi. Particolarmente pressante resta la necessità di mettere in campo strutturati piani di monitoraggio per ottenere informazioni più precise sulle popolazioni meridionali e per identificare i fattori influenzanti l’esito della riproduzione.