PIVIERE TORTOLINO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliPIVIERE TORTOLINO

NOME SCIENTIFICO: Charadrius morinellus
 

Dove gli alberi non possono più crescere, dove il clima diventa ostile per molte specie animali e vegetali – fatta eccezione per i muschi e qualche raro arbusto – ecco apparire il regno del Piviere tortolino. Tundra, alta montagna. Questi i suoi ambienti preferiti. In Italia ambienti simili si trovano solo sulla Macella o in alcuni settori alpini, dove questo piccolo trampoliere nidifica solo eccezionalmente. In primavera, con un po’ di fortuna, è possibile scorgere qualche coppia,mentre in autunno qualche piccolo stormo sosta nel nostro Paese prima di raggiungere i quartieri di svernamento…

Prospettive

Poco studiata in quanto estremamente rara e sparsa sul territorio nazionale, la specie ha attirato l’attenzione di esperti e appassionati negli ultimi anni. Ad essere oggetto di monitoraggio è in particolare la fase di migrazione autunnale, con le conoscenze sui movimenti del Piviere tortolino da e per i quartieri di svernamento che si fanno via via più accurate.

Risulta in ogni caso poco utile formulare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per questa specie, nidificante irregolare e con un numero estremamente ridotto di coppie, né è possibile proporre precise e mirate indicazioni di conservazione. Fatta salva l’esigenza di auspicare un consolidamento della presenza del Piviere tortolino in periodo riproduttivo.

Per raggiungere questo pur modesto e generico obiettivo è essenziale tutelare i principali siti riproduttivi da eccessivo disturbo antropico e anche da qualsivoglia alterazione ambientale in grado di compromettere l’idoneità dell’habitat. Un’indicazione che dovrebbe valere anche per i siti, potenzialmente idonei, in cui la presenza della specie appare altamente probabile, anche se non accertata.

Data anche la situazione non felice a livello dell’Unione Europea, lo stato di salute della specie nel nostro Paese può dirsi tuttora critico. Fatta eccezione per alcune aree dell’Appennino centrale, infatti, tutti gli altri siti di presenza della specie sono occupati solo occasionalmente.