

SALTIMPALO
NOME SCIENTIFICO: Saxicola torquatus
Piuttosto tondeggiante, il Saltimpalo deve il suo nome all’abitudine di sostare in cima a pali, rametti e posatoi rialzati. È prevalentemente solitario, anche durante il periodo della migrazione. Quando è posato, muove in continuazione la coda e si concentra nella ricerca della preda. Non è solito compiere lunghi voli, essendo un migratore a corto raggio…
Prospettive
La specie non è stata finora oggetto di particolari studi, se si fa eccezione per rare analisi condotte a livello locale. È quindi auspicabile l’avvio di indagini più approfondite sull’ecologia e gli andamenti quantitativi delle popolazioni dei saltimpali, che in diverse regioni italiane presentano un trend fortemente negativo.
Grazie ai dati disponibili, è stato possibile fissare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per il territorio nazionale. A scala locale il numero di individui ritenuto sufficiente per garantire la conservazione della specie è pari a 5 coppie ogni 10 ettari, mentre a scala di comprensorio il Valore di Riferimento Favorevole, a parità di superficie, si attesta sulle 15 coppie.
Le cause dei trend negativi di crescita che si registrano nella quasi totalità delle regioni italiane vanno ricercate principalmente in due fenomeni: fluttuazioni locali sul medio periodo, perdita o riduzione dell’habitat. Quest’ultimo dato è conseguenza di un’intensificazione o di un abbandono delle colture. Secondo i dati a disposizione, circa i due terzi delle uova covate si schiudono e il 70% circa dei pulcini nati riesce, successivamente, a raggiungere l’involo.
Al fine di garantire la sopravvivenza della specie è quindi auspicabile non alterare la gestione dei terreni agricoli mantenendo la pastorizia e le colture tradizionali, senza adottare metodi intensivi di coltivazione del suolo. È inoltre necessario mantenere intatti elementi marginali come gli arbusti, i muretti, le siepi o i cespugli isolati, luoghi privilegiati dal Saltimpalo come punti d’osservazione per individuare le prede a terra.