SCRICCIOLO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliSCRICCIOLO

NOME SCIENTIFICO: Troglodytes troglodytes
 

Racconta una favola celtica che, molto tempo fa, gli uccelli gareggiassero tra loro per decidere chi, tra tutti, dovesse esserne il re. Partito per primo, lo Scricciolo si stancò dopo poco, e presto fu raggiunto dall’Aquila. Prontamente, si appoggiò sul dorso dell’animale facendosi trasportare ancora più in alto, per poi scattare verso il cielo e vincere. Destrezza e ingegno sono dunque doti che caratterizzano il Troglodytes troglodytes, passeriforme comune in tutta l’Eurasia, il Nord Africa e il Nord America. Il suo canto squillante e deciso non lo fa certo passare inosservato nel bosco, nonostante le sue piccole dimensioni: in fondo, è pur sempre “il re degli uccelli”…

Stato di salute

La specie gode di buona salute, tanto a livello nazionale quanto europeo, ed è per questo valutata come sicura. In Italia, dove lo Scricciolo non è inserito nella Lista Rossa Nazionale, sono stimate tra 1 e 2,5 milioni di coppie. Valutata stabile nel nostro Paese, la popolazione italiana rappresenta una porzione significativa della popolazione complessiva europea, con una percentuale stimata tra il 4,3% e il 6,25%. È inoltre specie non cacciabile, in Italia, ai sensi della legislazione venatoria (157/92).

Tra il 1992 e il 2007, la popolazione italiana di Scricciolo è stimata in 43.000 coppie in Lombardia; tra 100.000 e 200.000 coppie in Piemonte e Valle d’Aosta, tra 10.000 e 100.000 coppie in Trentino. Anche la Pianura Padana nord-occidentale e alcune pinete nella zona del Ravennate, seppure in tempi più recenti, hanno visto nascere nuove popolazioni.

La specie è ben distribuita sulle Alpi tra i 1.000 e i 2.000 metri di quota in presenza di acqua e di boschi misti di latifoglie e conifere. Meno diffusa in provincia di Varese, specie nella fascia tra i 200 e i 400 metri. La scelta dell’ambiente in cui costruire il nido è determinata in gran parte dalla presenza di latifoglie, in particolare associate a corsi d’acqua e torrenti.

Nelle province di Forlì-Cesena e Ravenna ci sono picchi di abbondanza che coincidono con le foreste d’altitudine; gli ambienti più adatti per gli scriccioli risultano essere quelli boschivi ben strutturati, anche di dimensioni ridotte, con la necessaria copertura di sottobosco; mentre sono più scarsamente frequentate le aree aperte. Questa situazione è invariata nei territori del Forlivese rispetto a 10 anni fa; mentre nei territori del Ravennate appare, limitatamente alla fascia costiera, in rapida evoluzione. L’occupazione delle pinete è infatti recente, visto che ancora 50 anni fa la specie non era considerata nidificante.

Sulle piccole isole, pur nidificando anche in ambienti caldi, rocciosi e assolati, la specie tende a localizzarsi nei settori più umidi e ombreggiati, spesso associati a ruscelli e piccoli corsi d’acqua. È molto comune in tutta la Sicilia in ambienti boschivi e arbustivi, in frutteti, negli ambienti urbani, nelle forre e nei canaloni freschi. In inverno, lo Scricciolo è maggiormente diffuso sotto i 1.000 metri di quota, con sporadiche presenze, in inverni particolarmente miti, fino a 2.000-2.400 metri nel mese di dicembre.