STORNO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliSTORNO

NOME SCIENTIFICO: Sturnus vulgaris
 

Astuzia e capacità di adattamento sono le caratteristiche che contraddistinguono lo Storno, probabilmente il passeriforme più diffuso al mondo. Opportunista e abile sfruttatore di risorse, grazie a queste qualità ha proliferato ampiamente, tanto da essere additato dagli agricoltori come responsabile di importanti danni alle coltivazioni, e dagli abitanti delle città come portatore di sporcizia e malattie. Per questo in molti casi la convivenza con l’uomo risulta conflittuale. Socievole, lo Storno ama la vita in comunità: gli stormi in volo, composti anche da migliaia di individui, sono infatti una visione abituale sia in campagna, dove la specie si sposta per nutrirsi, sia in città, dove di notte torna a riposare...

 

Ordine: Passeriformes  Famiglia: Sturnidae

Specie formata da numerosi gruppi a distribuzione euroasiatica, lo Storno è ampiamente diffuso nelle zone a clima temperato e boreale. L’area che occupa comprende gran parte dell’Asia, tutto il continente europeo e il bacino del Mediterraneo, con esclusione di Spagna, Portogallo, Corsica e Sardegna, dove è invece diffuso lo Storno nero.

Di dimensioni medio-piccole, lo Storno non supera i 23 cm di lunghezza e i 40 di apertura alare, con un peso che oscilla tra i 70 e i 100 grammi. Il piumaggio è nero cangiante, screziato da riflessi viola e verdi e macchie bianche, ma diviene meno brillante durante l’inverno, per un leggero cambiamento stagionale che interessa anche il becco, lungo e aguzzo, che diventa più scuro nei mesi freddi. Le ali sono triangolari e appuntite, la coda è corta, le zampe robuste. Maschi e femmine non presentano differenze rilevanti, ad eccezione di una piccola macchia alla base del becco, grigio-azzurra nei primi e rosa nelle seconde.

A proprio agio in campagna come nelle aree urbane, lo Storno è una delle specie più adattabili ad ambienti differenti. Predilige le pianure, le colline, le campagne coltivate e, in generale, gli ambienti agricoli, ma frequenta anche luoghi boschivi e zone umide. Se in passato era solito trascorrere la notte nei canneti e nei boschi, da alcuni anni ha dimostrato una spiccata preferenza per le aree urbane e suburbane, dove si rifugia di sera insieme a centinaia di compagni, in una sorta di “dormitori collettivi”.

Onnivoro, si nutre prevalentemente di insetti, semi, bacche, frutta, anfibi, scarti di cibo gettati dall’uomo. In ogni caso, il regime alimentare dello Storno si adatta senza difficoltà alle disponibilità di stagione. Nidifica tradizionalmente nelle cavità di alberi o rocce ma, da qualche tempo, costruisce il nido anche negli anfratti degli edifici urbani, sui tetti delle case, tra le tegole o nei fori delle pareti. Le 5 o 6 uova che la femmina depone tre volte l’anno sono di colore verde-azzurro e vengono covate da entrambi i genitori per circa due settimane.

Prospettive

Trattandosi di una specie abbondante e in parte coloniale, non è agevole calcolare per lo Storno un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) con sufficiente approssimazione. Tuttavia, essendo le popolazioni della specie di facile rilevamento, la loro distribuzione sul territorio è ben nota ed è quindi possibile affermare che lo Storno non corre attualmente alcun particolare rischio.

Benché inserito tra le specie non cacciabili, lo Storno è in ogni caso oggetto di persecuzione diretta, viste le numerose deroghe previste alla legislazione vigente. L’incremento demografico che ha interessato la specie negli ultimi anni, infatti, ha portato lo Storno ad essere considerato una specie problematica, per i danni provocati alle colture e perché considerato portatore di malattie.

Data l’intensa diffusione dello Storno e gli inconvenienti ad esso legati risulta opportuno monitorare in modo costante le popolazioni per approfondire i fattori che influenzano il successo riproduttivo e i parametri demografici. Sarebbe inoltre importante garantire agli individui siti alternativi a quelli urbani, nel tentativo di indirizzare gli storni in ambiti adatti alle proprie esigenze, protetti dal disturbo umano e dall’attività venatoria.

Peraltro, il prelievo venatorio non sembra essere la tecnica più opportuna per la gestione delle popolazioni. Strategie di controllo più efficaci possono invece concretizzarsi in azioni di dissuasione volte ad allontanare gli uccelli dalle coltivazioni a rischio – come ad esempio l’installazione di spaventapasseri – oppure in specifiche modifiche paesaggistiche, come la potatura selezionata dei rami in città, allo scopo di renderli inadatti ad essere utilizzati come posatoi.

Minacce

Lo Storno è una specie tipicamente gregaria e questa predisposizione alla vita comunitaria appare evidente soprattutto durante le attività di ricerca di cibo, nei vari voli di spostamento e nelle aree di sosta notturna. Attitudine innata, il comportamento sociale dello Storno è anche un’efficace strategia che consente alla specie di reperire il cibo più facilmente e ridurre al minimo il rischio di finire vittima di predatori.

Dotato di grande capacità di adattamento, frequenta soprattutto aree agricole alberate, zone prative e aperte campagne, che rappresentano i luoghi preferiti per la ricerca di cibo. Si stabilisce anche in ambienti urbani, dove nidifica e si riproduce, generalmente all’interno di cavità di alberi o rocce, ma anche, sempre più spesso nelle scanalature degli edifici in città. In effetti, nel corso degli anni lo Storno ha colonizzato prevalentemente aree urbane e suburbane, al cui interno il numero di coppie è apparso costantemente in aumento. Negli ultimi 40 anni in Italia la specie ha registrato un incremento demografico e un’espansione dell’areale tali da non rendere necessarie particolari misure di conservazione.

Trattandosi di una specie estremamente abile nell’adattarsi ad ambienti e condizioni differenti, specie per quanto riguarda la ricerca del cibo, le principali minacce alle popolazioni possono essere ricondotte quasi esclusivamente al disturbo umano. A causa dell’abbondante espansione, infatti, lo Storno è stato spesso oggetto di tentativi di controllo violento, attraverso svariate pratiche come l’avvelenamento, l’uccisione con armi da fuoco e la cattura tramite l’utilizzo di trappole. Le alte concentrazioni di individui hanno motivato azioni di contenimento non cruento anche da parte delle amministrazioni, a causa dei danni provocati alle coltivazioni e ai problemi igienici e di disturbo che lo Storno arreca nelle zone urbane, relativi all’accumulo di guano, penne e piume su marciapiedi ed edifici.

Stato di salute

La popolazione di Storno presente nei territori dell’Unione europea conta tra i 14 e i 34 milioni di coppie, una cifra che corrisponde a circa il 60% della popolazione continentale complessiva e al 15-30% di quella globale. Nel decennio 1990-2000, la specie è risultata stabile in gran parte dell’Europa centrale e meridionale, tuttavia nel resto dell’areale le popolazioni hanno registrato un moderato declino, ragione per cui la specie è ad oggi tutelata e considerata in stato di conservazione sfavorevole.

Se il quadro a livello europeo si mostra relativamente problematico per la specie, in Italia il numero degli individui è stimato tra 1 e 3 milioni di coppie e la tendenza risulta invece in crescita. Un incremento della popolazione italiana era già stato registrato nel periodo 1990-2000, seguito poi da un ulteriore ma più moderato aumento nel decennio successivo.

In Italia, dove il suo stato di salute si mantiene ad oggi favorevole, è largamente distribuito nelle regioni settentrionali, ma negli ultimi decenni la specie si è diffusa rapidamente anche nelle zone meridionali. La popolazione cresce in modo particolare durante i mesi invernali quando, per effetto del fenomeno migratorio, migliaia di individui raggiungono il nostro Paese dall’Europa settentrionale.

Prevalentemente legato a territori agricoli e alberati, lo Storno è però ubiquitario e quindi in grado di adattarsi ad una grande varietà di ambienti, anche urbanizzati. Per la ricerca di cibo predilige in genere le zone coltivate e i prati, mentre per la sosta notturna gli habitat preferiti sono i canneti e i parchi cittadini. Benché cacciabile in base ad alcune deroghe previste dalla legge, la specie risulta, in linea di principio, protetta nel nostro Paese dalla legislazione venatoria vigente (157/92) e non è compresa nella Lista Rossa Nazionale.

Semaforo

L’espansione dello Storno e l’ampliamento dell’areale registrati nel nostro Paese inducono a valutare lo stato delle popolazioni nidificanti come particolarmente favorevole. L’attuale situazione non rende quindi necessari particolari interventi di conservazione della specie, di cui è prevedibile un ulteriore incremento. Per questo, data la non facile convivenza con l’uomo, risulta essenziale affiancare le amministrazioni locali nella messa in atto di pratiche di controllo compatibili con le esigenze ecologiche della specie e, al tempo stesso, più efficaci rispetto agli abbattimenti indiscriminati .

Fattore Stato di salute Stato di conservazione
Range* In espansione Favorevole
Popolazione In incremento Favorevole
Habitat della specie L'urbanizzazione crescente crea nuovi siti per la nidificazione Favorevole
Complessivo   favorevole

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Il canto dello Storno è una melodia acuta e stridente, simile a una serie di lunghi fischi. La specie riesce a elaborare un suono potente e variamente modulato che, moltiplicato per le centinaia di individui che compongono il medesimo gruppo, può risultare molto penetrante per l’orecchio umano. Durante la stagione degli amori il canto dello Storno si può udire praticamente dappertutto, in un repertorio di versi striduli che animano campagne e città.