SVASSO MAGGIORE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliSVASSO MAGGIORE

NOME SCIENTIFICO: Podiceps cristatus
 

Gli svassi maggiori amano nuotare tranquillamente in mezzo ai laghi, mettendo in mostra il loro piumaggio variopinto. Durante la danza nuziale, entrambi i sessi mettono in mostra un caratteristico ciuffo vivace e colorato grazie al quale attraggono il partner: la coppia, per “conquistarsi”, si cimenta in danze spettacolari: i due individui prima si avvicinano, poi si immergono e improvvisamente uno dei due si alza in posizione eretta, mentre l’altro si abbassa assumendo la “posizione a gatto”. Durante l’accoppiamento si scambiano inoltre, simbolicamente, il materiale per la costruzione del nido.

Prospettive

Lo Svasso maggiore è una specie ben studiata, nel nostro Paese, con particolare riguardo alla fase riproduttiva, monitorata nel dettaglio sia nelle regioni settentrionali (Lombardia orientale) sia in quelle centrali (Lazio e Abruzzo) e meridionali (Campania). In base ai dati raccolti, è stato osservato come la popolazione nidificante abbia conosciuto un forte incremento numerico negli anni ’80 e ’90 e risulti attualmente stabile, nel complesso, nonostante le ultime rilevazioni abbiano messo in evidenza un moderato declino in alcuni siti.

Da questo punto di vista, è consigliabile proseguire le attività di monitoraggio, in particolare su quelle popolazioni già oggetto di precedenti studi, con l’obiettivo di ottenere serie storiche significative nel medio-lungo periodo. La necessità di ulteriori studi – utili per formulare considerazioni valide sullo stato di salute della specie – è ancora più marcata per quanto riguarda il contingente svernante, vista la scarsità di dati, ad esempio, su alcuni siti di sosta marini e costieri.

In linea generale, le prospettive della specie appaiono buone, dati gli incrementi registrati a partire dalla fine degli anni ’70, che si sono ulteriormente accentuati nel decennio successivo (quando è stata osservata anche la ricolonizzazione della Sicilia). Più di recente – se si eccettuano alcuni casi di declino a livello locale – i segnali sono stati orientati alla stabilità, mentre tra il 1979 e il 2006 i siti di presenza della specie sono cresciuti in modo significativo, passando da 31 a 204, con un incremento del 558%.

Trattandosi di una specie prevalentemente coloniale, non è comunque possibile formulare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV), mentre la consistenza media delle colonie conosciute va dalle 5 alle 50 coppie, con punte anche di 500. Considerando che la principale minaccia è rappresentata dalla distruzione e dal degrado degli ambienti adatti alla nidificazione, essenziale è quindi mettere in atto adeguate strategie di tutela e ripristino.