TORCICOLLO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
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Specie protette dalla Direttiva UccelliTORCICOLLO

NOME SCIENTIFICO: Jynx torquilla
 

Il Torcicollo è l’uccello con la lingua più lunga: fino a 12 centimetri, pari a circa i due terzi del corpo . Ma non è questa la sola caratteristica fisica o comportamentale capace di renderlo una specie unica. Il nome italiano deriva, infatti, dall’atteggiamento caratteristico, che lo vede allungare il collo, gonfiare le penne della testa e muoversi lentamente avanti e indietro: il predatore crede di avere a che fare con un pericoloso serpente e spesso abbandona l'attacco. Il piumaggio estremamente mimetico del Torcicollo ne rende difficile l'avvistamento e di conseguenza il segnale principale del suo arrivo in primavera è rappresentato da suo caratteristico richiamo, per certi versi simile a una sorta di "risata".

Prospettive

La specie è ampiamente studiata per quanto riguarda la sua distribuzione ed ecologia ma mancano dati quantitativi e stime di popolazione per alcune regioni meridionali (in particolare Calabria, Campania e Basilicata).

Per gli ambienti agroforestali più idonei e meglio conservati, si propone come FRV un valore di 5 coppie per chilometro quadrato a scala di comprensorio (tale valore può essere superato a scala locale in condizioni particolarmente idonee). Se particolarmente favorito, il Torcicollo può anche superare questi valori come dimostrato in contesti agrari del Nord Italia (Piemonte, Val d’Aosta e Ferrarese) e del Centro (Toscana e Lazio). In zone agricole intensivamente coltivate può essere ipotizzato un valore di riferimento favorevole pari a 1 territorio per chilometro quadrato.

L’impiego di forme più sostenibili in agricoltura con la riduzione dell’utilizzo di biocidi a favore della lotta biologica integrata costituirebbe un buon passo avanti per la conservazione della specie. La promozione di pratiche agricole che prevedano il rilascio e il ripristino di elementi importanti per questa specie come i filari, le siepi, la vegetazione ripariali lungo fossi non regimati può aiutare notevolmente la specie. Pertanto, in ambito planiziale e agricolo, va rivolta maggiore attenzione nella pianificazione territoriale prevedendo azioni volte al mantenimento e al rinforzo di efficaci reti ecologiche tramite la creazione e il ripristino di aree forestali ed elementi di “cucitura ” interconnessi tra loro.

In ambito selvicolturale è fondamentale il rilascio di almeno 4 piante senescenti e morte per ettaro (anche nei pioppeti industriali) nonché il mantenimento degli acervi nel corso dei tagli produttivi e di tutte le piante cavitate che possono favorire notevolmente la specie e altri Picidi. Infine sono ampiamente documentati i benefici derivanti dalla collocazione di nidi artificiali in contesti naturali e seminaturali (ad es. parchi e giardini pubblici); questa pratica andrebbe pertanto opportunamente incentivata in contesti agrari e urbani poveri di cavità naturali.