TORDO SASSELLO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliTORDO SASSELLO

NOME SCIENTIFICO: Turdus iliacus
 
Semaforo N.C.

Il Turdus iliacus è un passeriforme dotato di un becco piccolo ma robusto, con cui può facilmente spezzare e mangiare bacche, olive e corbezzoli. É di natura gregaria, e ama sorvolare le campagne in compagnia di cesene e tordi bottacci, con i quali zirla rumorosamente. A volte, tuttavia, preferisce sostare con pochi altri individui sui rami più alti degli alberi, dai quali domina il territorio sottostante…

 

Ordine: Passeriformes  Famiglia: Turdidae

Lungo circa 22 centimetri, il Tordo sassello è il più piccolo rappresentante della famiglia dei tordi, di cui possiede i tipici colori: parti superiori bruno scuro, ventre e petto bianchi striati di scuro. È molto simile al Tordo bottaccio: se ne distingue, tuttavia, per i colori sgargianti, e in particolare per l’accesa tonalità rosso ruggine dei fianchi e del sottoala. Questi inconfondibili dettagli cromatici, ben visibili da terra quando è in volo, sono alla base dell’appellativo con cui viene talvolta denominato a livello dialettale dell’Italia centrale: “Tordo rosciolo”.

Il Turdus iliacus  nidifica in Eurasia, di cui predilige gli ambienti con presenza diffusa di alberi alti: taiga boreale, zone sub-artiche e alpine di bosco misto con betulle, pini e ginepri. Può spingersi tuttavia oltre il limite della vegetazione arborea, sostando anche sul terreno e – se pure raramente – costruendovi il nido. L’areale è delimitato a nord da Islanda e Siberia orientale, mentre il limite meridionale è costituito da Gran Bretagna, Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Ucraina, Svezia meridionale.

All’arrivo dell’autunno, quando giunge la notte, il Tordo sassello migra in piccoli gruppi formati da una o due covate, dirigendosi perlopiù verso il Mediterraneo. Alcuni Paesi dell’Europa mediterranea e continentale, tra cui penisola Iberica, Inghilterra, Italia e Repubblica Ceca, ospitano infatti circa il 90% della popolazione svernante in Europa. Un numero minore di individui sverna in Africa settentrionale, concentrandosi nell’area del Maghreb. In inverno, la specie ama sostare nei boschi misti di conifere e latifoglie, all’interno di zone a macchia mediterranea e campagne con filari alberati. Predilige querceti di roverella, boschi di faggi, castagneti radi, boschi cedui ai margini di aree coltivate e prati, frutteti, agrumeti, oliveti, vigneti, boschetti con siepi e arbusti ricchi di bacche, pinete costiere, boschi di pioppi, macchie arboree di ginepri.

Il Tordo sassello è una specie monogama e territoriale. Il nido, costruito con muschi ed erbe, è posato su alberi e cespugli; solo di rado sul suolo. Nel periodo compreso tra aprile e agosto, la femmina depone 5-6 uova di colore azzurro-verdognolo che cova per circa due settimane. Una volta nati, i pulcini non sono subito indipendenti, ma si allontanano dal nido dopo circa due settimane. La specie presenta una dieta mista, di tipo sia vegetariano sia insettivoro: gli individui, solitamente, si appostano in zone ricche di cibo, da soli o in gruppi e si alimentano con bacche di alberi spontanei, olive, uva, insetti, corbezzoli e sorbe, piccoli insetti.

Prospettive

Il Tordo sassello è una specie piuttosto longeva: può vivere infatti oltre 17 anni. Le popolazioni di alcuni Paesi, tra cui la Russia, nel decennio 1990-2000 hanno mostrato stabilità e, in alcuni casi, sono risultate in incremento. Una forma di “auto-protezione” attuata dalla specie durante il periodo invernale è l’accumulo di riserve energetiche sotto forma di grasso sottocutaneo, che aiuta gli individui a limitare i rischi di mortalità legati alle condizioni ecologiche critiche ed estreme.

Piuttosto rara come nidificante, la specie in Italia non è stata ad oggi studiata in modo approfondito; ciononostante, sono noti alcuni valori di concentrazione per gli stormi svernanti, ed è relativamente ampia la conoscenza sui suoi movimenti migratori. L’abbondanza della specie nel nostro Paese pare dunque essere influenzata più che altro dalle condizioni climatiche riscontrate nei quartieri di svernamento più settentrionali.

Nonostante sia legalmente cacciabile in Italia, la specie non sembra, per il momento, mostrare particolari segni di sofferenza. Sarebbe comunque consigliabile, a livello precauzionale, posticipare l’apertura della caccia all’inizio di ottobre, e consentirne il proseguimento non oltre il 20 dicembre. In questo modo, sarebbe possibile ridurre quantitativamente il prelievo venatorio.

Diverse considerazioni valgono per quanto riguarda l’utilizzo della specie come “richiamo vivo”. La pratica che prevede la cattura di uccelli selvatici a scopi venatori non è infatti compatibile con la vigente normativa comunitaria. Da questo punto di vista, l’utilizzo dei richiami vivi dovrebbe dunque essere limitato agli individui nati in cattività.

Inoltre, per favorire la persistenza della specie e la diffusione di una popolazione stabile nel nostro Paese, occorre tutelare i pochi siti di riproduzione idonei monitorando eventuali variazioni dell’habitat. L’esiguità del contingente nidificante e la sua estrema concentrazione in pochi siti rendono infatti il Tordo sassello particolarmente esposto a variazioni locali dell’ambiente, mentre anche singoli episodi sfavorevoli possono avere un impatto importante sull’esito della riproduzione.

Minacce

In Italia la consistenza della popolazione svernante di tordi sasselli non è ancora ben conosciuta. Inoltre, essa è soggetta a forti oscillazioni stagionali dovute principalmente a fattori climatici su scala continentale. I pochi siti accertati di riproduzione della specie rendono inoltre la popolazione nidificante naturalmente vulnerabile a variazioni locali dell’ambiente idoneo, con singoli eventi sfavorevoli che possono mettere seriamente a repentaglio gli esiti della riproduzione.

Nel complesso, la minaccia più importante per questa piccola specie di Tordo arriva dall’uomo. La specie è infatti tuttora cacciabile in Italia, e questo costituisce un fattore negativo per la sua conservazione. In particolare, il Tordo sassello è oggetto di un consistente prelievo venatorio durante il transito autunnale nei Paesi del Mediterraneo, e risulta tra le specie maggiormente cacciate in Italia in termini di numero di capi abbattuti. Nonostante i dati acquisiti siano parziali, si stima che ogni anno vengano abbattuti oltre un milione di individui. È stato stimato che, nella sola provincia di Brescia, vengano abbattuti legalmente dai 100.000 ai 200.000 tordi sasselli.

Un altro fattore di minaccia per la specie è rappresentato dalla cattura di individui poi utilizzati durante la caccia come richiami vivi, allo scopo di attirare altri uccelli. La pratica dei richiami vivi, diffusa soprattutto nelle regioni centro-settentrionali del nostro Paese, è purtroppo consentita dalla legge, e arreca particolari sofferenze agli uccelli, oltre a rappresentare un ulteriore causa di morte per questa ed altre specie vittima di questa pratica.

Stato di salute

Il Tordo sassello presenta uno stato di salute favorevole in tutto il territorio continentale. Le popolazioni di diversi Paesi strategici per la specie, tra cui la Russia, sono rimaste stabili o hanno mostrato un incremento nel decennio 1990-2000. Per questo la specie viene valutata come sicura, e non è inserita nella Lista Rossa Nazionale, anche perché è un nidificante occasionale. La specie risulta inoltre tuttora cacciabile in Italia ai sensi della legislazione venatoria (157/92).

Nonostante le informazioni basate sui dati di svernamento siano insufficienti per inquadrare lo stato di salute complessivo delle popolazioni, la popolazione nidificante di Tordo sassello è molto ampia, e conta, secondo le stime più aggiornate, tra 16.000.000 e 21.000.000 di coppie, concentrate maggiormente nelle zone europee orientali e settentrionali e stabili tra 1970 e il 1990. Anche la popolazione svernante, stabile a sua volta, risulta concentrata nel “vecchio continente”.

In Italia, dove gli ultimi casi accertati di riproduzione risalgono al 1997, la specie è nidificante irregolare. Le segnalazioni sono rare e localizzate nelle zone alpine di Trentino-Alto Adige e Lombardia, e sono probabilmente relative tanto a individui non in grado di migrare per menomazioni, quanto a individui fuggiti o liberati dalla cattività, come ad esempio è accaduto a Brescia nel 1962. Nello stesso territorio del Bresciano, gli ultimi casi accertati risalgono al 1991 e al 1997 in Val Camonica, a 1.300-1.400 metri di altitudine. Nel Varesotto è nidificante negli anni 1944, 1946 e 1960 in zone boscate tra i 730 e i 1.000 metri. In Val Codera, in provincia di Sondrio, è stata accertata una sola nidificazione nel 1981; diversi i casi censiti in Val Grosina tra i 1.600 e i 1.700 metri. In val Seriana, in provincia di Bergamo, è considerato genericamente raro come nidificante, nonostante manchino dati certi.

La popolazione svernante è invece regolare, nonostante le sue esatte dimensioni non siano del tutto note. In Lombardia, la maggior parte delle osservazioni sono state effettuate in pianura, nelle campagne e ai margini di boschi; anche se più rara, la specie è stata avvistata anche fino a 1.000 metri di altitudine. In Toscana, sono stimate da poche centinaia a molte migliaia di svernanti, a seconda degli anni, con elevate concentrazioni in Maremma. In Campania, i picchi massimi di dicembre si esauriscono a febbraio, mentre in Sicilia lo svernamento è scarso e localizzato, più frequente nelle porzioni settentrionali e centrali dell’isola.

Canto

Estremamente rumoroso, il Tordo sassello si fa sentire chiaramente quando sorvola le campagne, zirlando in compagnia delle cesene. Il suo cinguettio è molto gradevole e delicato, somigliante a quello del Tordo bottaccio ma più prolungato e dolce.