TORTORA SELVATICA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie protette dalla Direttiva UccelliTORTORA SELVATICA

NOME SCIENTIFICO: Streptopelia turtur
 
Semaforo Rosso

Le Tortore selvatiche sono timide e sospettose, vivono spesso isolate o in coppie, e raramente si avvicinano a una casa o a un centro abitato. Soltanto verso la fine dell’estate diventano gregarie mangiando semi vari sul terreno e abbeverandosi regolarmente ovunque vi sia un poco d’acqua pulita e un ambiente tranquillo. Rispetto al cugino Colombaccio frequentano più la collina che la montagna e più le zone aperte, meglio ancora quelle con i campi di granaglie. È facile notare l’andirivieni mattutino delle tortore tra gli alberi, ove usano dormire, e i campi, dove vanno a mangiare, mentre più tardi con il caldo tendono a recarsi all’abbeverata lungo qualche corso d’acqua, abitudine ben nota ai cacciatori per scegliere i loro appostamenti.

 

Ordine: Columbiformes

Famiglia: Columbidae

La Tortora selvatica raggiunge una lunghezza di 27-31 centimetri e un’apertura alare di 50-54 centimetri. Dorso e groppone sono grigio-marrone. La coda superiormente è orlata di nero e bianco lungo il bordo, e da sotto appare nerastra con orlatura bianca molto evidente. Le ali nelle parti superiori più vicine al corpo hanno colorazione fulva con macchiettatura marrone-nerastra che passa prima a una banda grigia al centro delle ali e poi nerastra nelle parti terminali. La testa è grigia con due zone nere ai lati del collo con barrature bianche. Il grigio del capo sfuma verso il rosa violetto di collo e petto e schiarisce poi verso bianco sporco dell'addome. Le zampe sono rosse, becco nero e gli occhi di un rosso vivo. I giovani hanno una colorazione meno contrastata e più smorta.

Abbastanza facile osservarla in volo, piuttosto rettilineo e di norma a quote non elevate piuttosto che quando sta posata, aiutata molto dal suo elevato mimetismo e dal suo comportamento discreto. Si associa occasionalmente con altri columbidi come la Tortora dal collare e il Colombaccio. Si nutre normalmente cercando il cibo camminando sul terreno. Nidifica in zone boscate, calde e soleggiate, prediligendo quelle rurali di pianura e collina coltivate a cereali. Evita i grossi centri urbani, ma occupa zone alberate suburbane, oltre a parchi, giardini, orti e frutteti.

L’Italia riveste un ruolo di importante crocevia per gli spostamenti delle Tortore selvatiche tra Europa e Africa, come racconta la vasta area geografica di inanellamento nel nostro Paese. A fronte di una prevalenza di soggetti marcati nell’Europa centro-orientale, con un’alta percentuale in Repubblica Ceca, non mancano provenienze dai Paesi più settentrionali dell’areale distributivo della specie, come la Svezia, né da siti posti in aree più meridionali e mediterranee, quali le coste francesi. Movimenti di ritorno verso Nord che interessano ampiamente il nostro Paese sono testimoniati dalle ricatture di Tortore selvatiche inanellate nell’area di Capo Bon in Tunisia. Prevalgono le ricatture entro i mille chilometri dai siti di inanellamento, ma non mancano spostamenti più importanti, fino a circa 2mila chilometri.

Prospettive

Specie poco studiata, per la quale si hanno informazioni per lo più puntiformi e generalmente relative a situazioni locali. Mancano studi estesi su ecologia e biologia riproduttiva.

Sulla base dei dati disponibili si propone come frv a scala locale una densità riproduttiva di 0.5 coppie per 10 ettari, anche se in condizioni particolarmente idonee tale valore può comunque essere superato (fino a valori max, in contesti ottimali, di 0.7 coppie/10 ettari in provincia di Firenze e di 0.7-0.8 coppie/10 ettari in provincia di Treviso in un’annata particolarmente favorevole). A scala di comprensorio (circa 100 km2) una densità di 1 coppia per 2 km può essere indicata come riferimento per aree in larga parte vocate a ospitare la specie.

La conservazione della specie in Italia deve basarsi sul mantenimento e il ripristino degli habitat idonei alla riproduzione e all’alimentazione, a partire dalla conservazione del paesaggio rurale tradizionale, in particolare attraverso la tutela e il ripristino di siepi e filari, importanti habitat di nidificazione. La riduzione nell’uso di erbicidi in ambiente agricolo durante il periodo riproduttivo può rappresentare un ulteriore elemento a favore della specie.

Si segnala inoltre la necessità di interrompere la caccia primaverile (soprattutto in Marocco e in Francia), il bracconaggio (soprattutto a Malta e in Italia) e di intervenire sui fattori di minaccia nei quartieri di svernamento (conservazione degli alberi di acacia e gestione dell’attività venatoria, soprattutto in Senegal).

La specie deve essere oggetto di regolare monitoraggio al fine di verificare il trend delle popolazioni nidificanti (prestando particolare attenzione alle popolazioni numericamente più

significative) e migratorie e trarne indicazioni per la conservazione della specie. Riguardo il tema della regolamentazione dell’attività venatoria il prelievo sulla specie in Italia non risulta compatibile con lo stato di conservazione della popolazione europea che risulta in declino e con quella nazionale che risulta cattiva. Si ritiene quindi che attualmente il prelievo venatorio sulla specie in Italia (terza domenica di settembre, 31 dicembre) non sia compatibile con il mantenimento dello stato di conservazione della popolazione europea e nazionale e, pertanto, si considera più idoneo per la conservazione della specie la sospensione dall’elenco di quelle cacciabili.

Minacce

I principali fattori negativi per la specie sono rappresentati dalla distruzione e trasformazione degli habitat di riproduzione e alimentazione. Particolarmente negative risultano la distruzione di siepi; l’effettuazione di sfalci frequenti nei prati, che inibiscono la produzione dei semi di cui si nutrono; l’utilizzo di erbicidi, che eliminano numerose specie erbacee produttrici di semi; l’utilizzo di fertilizzanti chimici in prati da fieno, che riduce la diversità di specie in quanto soltanto alcune specie ne beneficiano; problemi ambientali (siccità) e antropici (caccia, taglio delle acacie nelle aree a savana, utilizzate dalla specie come roost ) nelle aree di svernamento africane; bracconaggio in primavera, eccessiva pressione venatoria.

Possono influenzare negativamente il successo riproduttivo la predazione di uova e giovani e l’uso di erbicidi, con conseguente riduzione di piante dei cui semi la Tortora selvatica si nutre. Scarsi i dati disponibili per il nostro Paese: in provincia di Brescia 1.43 giovani per coppia, in provincia di Parma, su 78 covate produttività di 1.54 giovani per coppia, con successo del 52.9%. La Tortora selvatica ha comunque un basso successo riproduttivo: i dati disponibili per la Gran Bretagna raccontano, ad esempio, che  su 621 uova, 292 (47%) si sono schiuse (le perdite sono dovute a predazione 34%, abbandono 14% e infertilità e altri fattori 5%). Su 305 giovani, 250 (82%) si sono involati, con un successo del 39%.

Stato di salute

Il suo status di conservazione è sfavorevole a livello europeo e nell’Unione. La popolazione nidificante in Europa ha subito un declino nel periodo 1970-2000 e nel decennio 1990-2000. In quest’ultimo periodo, malgrado la specie sia stata stabile o in incremento in vari Paesi, soprattutto in centro Europa, la maggior parte delle popolazioni ha subito un calo, incluse quelle particolarmente numerose di Spagna, Russia e Turchia, e la popolazione generale ha subito un regresso superiore al 10%.

Nei Paesi dell’Unione europea, in particolare, la Tortora selvatica ha subito un largo declino sia nel periodo 1970-1990 sia nel decennio 1990-2000. Un calo superiore al 50% è stato notato in Gran Bretagna, Francia e Romania. La popolazione nidificante dell’Unione europea è stimata in 1 milione e 600mila – 2 milioni e 600mila coppie. La popolazione italiana viene stimata in 150mila – 300mila coppie. Non è stato redatto un Piano d’azione internazionale sulla specie. Si è redatto un Action Plan per la sua conservazione in Gran Bretagna, ove è classificata nella Lista rossa nazionale con la massima categoria di allerta (rosso). La Tortora selvatica non è stata inserita nella Lista rossa nazionale. Specie cacciabile in Italia dalla terza domenica di settembre al 31 dicembre ai sensi della legislazione venatoria (art. 18, 157/92).

Canto

Il canto della Tortora selvatica.