L'indagine - Uccelli da proteggere

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Secondo le linee guida prodotte dal Comitato Habitat, l’FRV dovrebbe essere definito da ciascuno Stato membro, per ciascuna specie e per ciascun habitat. Tale definizione deve avvenire su basi tecniche utilizzando i migliori dati disponibili. Sebbene la Direttiva Uccelli non preveda esplicitamente l’obbligo della definizione dello stato di conservazione né del Valore di Riferimento Favorevole per ciascuna specie ornitica, questa valutazione appare invece necessaria nell’ambito degli impegni presi dalla stessa Unione Europea e, quindi, dal nostro Paese, con la Strategia UE per la biodiversità. A livello comunitario è comunque in corso uno sforzo di omologazione e allineamento dei processi di valutazione dello stato di conservazione di tutte le specie di interesse comunitario, e degli obblighi di reporting da parte degli Stati membri.

Due, per conseguenza, i principali “step” metodologici  che hanno guidato gli estensori dello studio: analizzare dapprima lo stato delle conoscenze (ad esempio dati sulla distribuzione e sulla demografia) disponibili per ciascuna delle specie; quindi valutare, specie per specie ed esclusivamente su basi tecniche, la fattibilità della determinazione dell’FRV. Come emergerà dalle singole schede (si veda anche, a proposito, la sezione di questo sito dedicata alla metodologia ) non sempre è possibile stabilire una precisa “soglia di sopravvivenza” per le singole popolazioni. A volte lo è in termini non assoluti ma di densità. Altre volte, infine, solo approfondendo ulteriormente gli studi o attendendo gli esiti di colonizzazioni ancora troppo recenti si potranno formulare target di conservazione puntuali e scientificamente validi.