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Cosa è cambiato

Sgarza ciuffetto, di B. Capitani

In Europa, più di 40mila specie animali e vegetali non godono di buona salute. Circa 16mila, poi, sono a rischio di estinzione. In generale, la tendenza a cui abbiamo assistito nell’ultimo secolo, sia in Italia sia in tutto il “vecchio continente” è stata quella di una progressiva “perdita di biodiversità ”.

Insomma, in Italia e in Europa c’è “meno vita” rispetto al passato, e le contromisure adottate negli ultimi 20 o 30 anni hanno compensato solo in minima parte questo trend storico. Allo stesso tempo, molte delle cause più importanti alla base di questo scenario sfavorevole non sono state affatto “rimosse”, ma continuano a pesare come un macigno sulla possibilità di sopravvivenza di molte delle popolazioni europee di specie selvatiche vegetali e animali, compresi, naturalmente, gli uccelli.

In Italia, su 75 specie di “non Passeriformi” nidificanti incluse nell’Allegato I della Direttiva Uccelli – che elenca le specie “particolarmente protette” in tutta l’area comunitaria – 7 sono risultate con uno stato di conservazione favorevole (semaforo verde), 35 hanno mostrato uno stato di conservazione inadeguato (semaforo giallo), mentre 33 uno stato di conservazione cattivo (semaforo rosso). Tra i “non Passeriformi” che versano in condizioni peggiori ci sono i Galliformi (5 specie su 7 con stato di conservazione cattivo, 2 inadeguato) e la Berta minore, che appare in grande difficoltà in tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Queste, per contro, le sette specie “fortunate”: Garzetta, Airone rosso, Falco pecchiaiolo, Falco pellegrino, Cavaliere d’Italia, Civetta capogrosso e Picchio cenerino.

Per quanto riguarda i Passeriformi, su 14 specie “particolarmente protette”, ben 11 mostrano uno stato di conservazione cattivo. Le tre restanti mostrano rispettivamente stato di salute inadeguato, non valutabile e favorevole. Un dato di per sé sufficiente per mostrare come queste specie, spesso trascurate dalla gran parte delle iniziative di tutela e conservazione, versino in una condizione molto preoccupante. A rendere la situazione più grave, si aggiunge l’evidenza per cui una frazione molto importante della popolazione complessiva di alcune specie di Passeriformi nidifica in Italia (per esempio, quasi un terzo della popolazione complessiva di Magnanina sarda), rendendo la conservazione di queste specie nel nostro Paese particolarmente significativa anche a livello generale.

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