AIRONE ROSSO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliAIRONE ROSSO

NOME SCIENTIFICO: Ardea purpurea
 

Di rosso, in realtà, questa specie non ha che una evidente striatura tra capo e collo. Anche parte delle copritrici presentano la tipica sfumatura rossastra, che ha dato il nome alla specie. È però nell’eleganza dell’aspetto, nella lunga barba in parte bluastra, argentata e, appunto, rossa, che questa specie dà, come si suol dire, il meglio di sé. A differenza di altre specie di aironi, ha sofferto non solo per secoli di abbattimenti, finalizzati ad accaparrarsi le preziose piume. È stata la siccità e la progressiva desertificazione dei quartieri di svernamento a falcidiare le popolazioni, anche in tempi recenti, mentre alle nostre latitudini le zone umide, se pure sempre più ristrette, offrono ancora condizioni idonee per il completamento del ciclo riproduttivo…

Stato di salute

Minacciato in tutta l’Unione europea, l’Airone rosso presenta una popolazione non superiore, attualmente alle 7.800-9.200 coppie – pari a circa un quarto della popolazione continentale – in forte declino tra il 1970 e il 1990, seguito da parziale stabilità. Anche a livello continentale lo scenario non appare favorevole, con un moderato declino negli ultimi anni del secolo scorso, mentre la popolazione complessiva che completa il proprio ciclo riproduttivo entro i confini del vecchio continente è attualmente stimabile in 29-42mila coppie.

L’Italia, che protegge attivamente la specie tramite la propria legislazione venatoria, potrebbe ospitare tra le 1.800 e le 2mila coppie, una popolazione stabile o in moderata crescita nell’ultimo ventennio, in controtendenza con quanto registrato a livello comunitario e continentale. Un dato confortante che nulla toglie alla grande responsabilità del nostro Paese per la tutela della specie, essendo la popolazione nidificante in Italia pari a circa un quarto del totale censito a livello comunitario.

Più nel dettaglio, il trend positivo della popolazione italiana risale già agli anni Ottanta, quando – il dato è del 1981 – a nidificare entro i confini nazionali era una popolazione di sole 700 coppie, distribuite in 71 colonie. Già nel 1986 le colonie erano cresciute a 106, mentre la popolazione aveva raggiunto le mille coppie. Uno degli ultimi censimenti risale al 2002, con ben 290 colonie e una popolazione stimata in 2.268 coppie.

L’andamento altalenante delle precipitazioni in Africa spiega alcune delle fluttuazioni registrate in Italia a livello locale, anche se il generale incremento è sicuramente da ascrivere alla diminuzione del bracconaggio e alle migliorate condizioni riscontrate nella maggiore parte dei siti.