AVERLA CENERINA - Uccelli da proteggere

Vai ai contenuti principali
Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliAVERLA CENERINA

NOME SCIENTIFICO: Lanius minor
 

Una specie in grado di volare per 8.000 km, dall’Europa centro-orientale fino all’Africa meridionale, dall’Angola alla Namibia. Eppure, l’Averla cenerina ha trovato un nemico formidabile a pochi passi dal nido, dove un’agricoltura sempre più intensiva e sempre meno in linea con le sue esigenze ecologiche sta riducendo ai minimi termini l’habitat utile per il completamento del ciclo riproduttivo. Anche per questo una specie un tempo abbondante è ora rarissima in tutta Europa, mentre le stesse condizioni riscontrate nei lontani quartieri di svernamento non fanno ben sperare per il futuro di questo uccello migratore…

Prospettive

In anni sfavorevoli molti pulcini di Averla cenerina muoiono di freddo. Probabilmente il fattore climatico ha pesato particolarmente sulla popolazione europea, come dimostrano i dati raccolti su mortalità e successo riproduttivo. Anche in Italia il fattore clima ha avuto una sua importanza, anche se risalta su tutti – quale ostacolo a una possibile ripresa della specie – la sempre minore disponibilità di aree agricole tradizionali con mosaico di campi, prati, siepi e, più in generale, ampia presenza di elementi marginali.

La mancanza di informazioni accurate su trend demografici e riproduttivi rende difficile la formulazione di una soglia minima di popolazione in grado di garantire la persistenza della specie a lungo termine. Non risulta dunque possibile, dati gli attuali parametri disponibili, formulare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV).

Utile è invece proporre alcune indicazioni per la conservazione, che dovrebbero anzitutto partire dalle popolazioni più significative dal punto di vista conservazionistico, quali quella pugliese. Almeno per i siti più importanti di presenza, infatti, andrebbero implementate misure volte ad arrestare il continuo decremento e a innescare, possibilmente, un’inversione di tendenza.

Più in generale, andrebbero identificate aree specifiche in pianura o comunque a bassa quota dove sostenere e diffondere modalità di uso del suolo più in linea con le esigenze ecologiche della specie. Il che significa, nella pratica, ripristinare quel mosaico di campi, prati, siepi, presenza di alberi e altri elementi marginali tipico dell’agricoltura estensiva. Anche piccole porzioni di terreno incolto sottratte all’uso di pesticidi – magari semplicemente a lato delle strade di campagna – potrebbero favorire la specie in quanto tipiche formazioni in cui abbondano i grandi insetti che costituiscono una parte fondamentale della dieta dell’Averla cenerina.