BALESTRUCCIO
NOME SCIENTIFICO: Delichon urbicum“Non v’è sporgenza, fregio, contrafforte o cantuccio che appena sembri adatto, dove l’uccello non abbia intessuto con grande amore il suo pendulo letto e n’abbia fatto una feconda culla”. Così William Shakespeare nel Macbeth descriveva il Balestruccio, riferendosi all’abitudine della specie di costruire il nido in qualunque spazio, creato dall’uomo o dalla natura, sufficientemente riparato e accogliente. Affezionato ai cornicioni degli edifici, ma anche alle rupi più ripide, il Delichon urbicum non ama posarsi sui rami e supera la Rondine comune in agilità, velocità dei volteggi e anche nell’altezza del volo…
Ordine: Passeriformes Famiglia: Hirundinidae
Il Balestruccio ha una particolare predilezione per i territori antropizzati e sceglie aree densamente abitate per riprodursi. Arriva in Italia per il periodo della nidificazione e vi rimane circa sette mesi, da marzo a ottobre. Per lo svernamento migra verso l’Africa oltre il deserto del Sahara e anche più a sud, fino a Città del Capo.
Oltre che in Europa, si incontrano stormi della specie anche in Asia, in modo particolare nella Siberia nord-occidentale e in Giappone, e in Africa nord-occidentale. Nel continente europeo arriva a riprodursi fino a 2000 metri di altezza. Il Balestruccio non è affatto una specie solitaria: migra in gruppo e nidifica all’interno di colonie molto numerose.
Il Delichon urbicum è un volatile dalle dimensioni piuttosto ridotte: presenta una lunghezza media di 14 centimetri e un peso che varia tra i 15 e 25 grammi. Ha un’apertura alare di circa 30 centimetri e una coda biforcuta lunga circa 6 centimetri e mezzo. La parte superiore del suo corpo, di forma affusolata, si caratterizza per una colorazione nero-bluastra lucida, mentre la parte inferiore è tendente al bianco. Gambe e zampe sono ricoperte di piume anch’esse bianche.
Il Balestruccio nidifica principalmente in aree abitate, sotto le grondaie o i cornicioni dei palazzi. La costruzione del nido è molto elaborata e richiede circa due settimane: vengono utilizzate piccole palline di fango incollate con la saliva e l’interno del nido viene ricoperto di fieno e piume. Il risultato finale è un piccolo globo con un foro d’accesso laterale o superiore. Il periodo di incubazione varia dai 12 ai 15 giorni, mentre i pulcini, una volta nati, vengono nutriti per circa 25 giorni.
Il Delichon urbicum è una specie ben conosciuta dal punto di vista della distribuzione e della densità nelle diverse aree. Particolarmente scarsi, per contro, risultano attualmente i dati disponibili nell’ambito del successo riproduttivo: per questo, anche considerando il trend negativo su scala europea, sarebbe opportuno avviare delle indagini approfondite per ciò che riguarda la biologia e l’ecologia riproduttiva della specie. Ulteriore pratica da incentivare è quella del monitoraggio regolare dell’andamento delle principali popolazioni.
Per quanto riguarda gli individui inanellati ritrovati in Italia, da segnalare l’elevato numero di esemplari morti, anche se nella maggior parte dei casi si tratta di decessi dovuti a cause naturali, prima tra tutte il verificarsi di condizioni meteorologiche avverse. Nei soggetti inanellati e ricatturati si è spesso rilevato un aumento del peso medio, segnale che fa supporre la messa in atto, da parte della specie, di una strategia di accumulo di riserve energetiche, finora poco frequente. Le ricatture all’estero invece risultano non omogenee e interessano in modo particolare il Regno Unito, dato che dimostra come i soggetti che attraversano il nostro Paese seguano una rotta da sud-est a nord-ovest.
Sul territorio nazionale, l’attuale popolazione di Balestruccio registra situazioni di stabilità in Lombardia e in Trentino, di incremento in Umbria e nella provincia di Lecce e di decremento in Toscana, Alto Adige e Lazio, oltre che nelle province di Parma, Varese, Brescia e Cremona. La tendenza generale sembra quindi rivolta al decremento. Non risulta comunque possibile stabilire un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) su basi scientificamente fondate, essendo il Delichon urbicum , nel nostro Paese, una specie coloniale.
Per evitare di incidere negativamente sulla conservazione della specie è auspicabile contenere al massimo il disturbo dell’uomo sia sulle pareti rocciose che sugli edifici utilizzati durante la nidificazione. In Svizzera inoltre si dimostrata efficace la costruzione di nidi artificiali per favorire l’insediamento del Balestruccio.
Sono molteplici i fattori che mettono a rischio lo stato di conservazione del Delichon urbicum ma, più di ogni altra cosa, a incidere pesantemente sono, da un lato, le condizioni meteorologiche, dall’altro l’intervento dell’uomo tramite attività di edificazione o alterazione dell’ambiente. Un’ulteriore minaccia per la specie deriva dall’inquinamento dell’aria. Tutti questi fattori vanno a influenzare in modo particolare il periodo della nidificazione.
Ogni considerazione non può comunque prescindere da un dato: delle centinaia di uova che vengono deposte, circa il 14% non si schiudono. Le cause sono molteplici: l’abbandono, l’infertilità e morte, la deposizione in nidi non utilizzati e la mancata incubazione. Nel periodo della riproduzione incide anche la disponibilità di fango, indispensabile per la costruzione dei nidi.
Ecco perché il Balestruccio è fortemente influenzato dalle condizioni meteorologiche: se la pioggia garantisce disponibilità di fango e abbondanza di cibo per sfamare i pulcini, un periodo di maltempo troppo prolungato, d’altra parte, può essere causa di un’elevata mortalità­. Tuttavia, estati troppo secche e calde possono causare decessi per disidratazione e stress da calore.
Per quanto riguarda la nidificazione in aree urbane – che può interessare anche città di grandi dimensioni – incidono negativamente sulla sopravvivenza dei balestrucci gli interventi di messa in sicurezza e di manutenzione di edifici storici come anche l’architettura degli edifici più moderni, minimalisti, squadrati e privi di nicchie, e che dunque non offrono ambienti adeguati alle esigenze della specie. Altre minacce sono costituite dall’utilizzo di pesticidi, dalla penuria di prede, dall’inquinamento dell’aria e dall’occupazione del nido da parte di altre specie come il Passer italiae e il Passer hisponiolensis.
Attualmente il Delichon urbicum non gode di buona salute: il suo stato di conservazione nell’Ue e nel continente europeo è stato infatti valutato come sfavorevole. Malgrado ciò, la specie non compare nella Lista Rossa Nazionale, ma fortunatamente in Italia risulta non cacciabile ai sensi della legislazione venatoria vigente.
Nel ventennio tra il 1970 e il 1990 la popolazione nidificante continentale e dell’Unione europea è risultata stabile, mentre nel decennio successivo, dal 1990 al 2000, ha registrato un calo complessivo superiore al 10%. La popolazione nidificante dell’Ue si attesta intorno ai 5,7-13 milioni di coppie e costituisce il 54-58% della popolazione europea, stimata attorno ai 9,9-24 milioni di coppie, e il 5-24% della popolazione globale.
In Italia la popolazione nidificante è pari all’8% della popolazione dell’Ue e al 4% della popolazione europea complessiva. Il suo trend è di difficile valutazione, in quanto alterna momenti di stabilità a fasi di incremento, periodi di fluttuazione a momenti di decremento. L’areale di presenza sul territorio nazionale risulta pressoché invariato nel corso degli anni. Nel nostro Paese gli esemplari di Balestruccio si concentrano diffusamente sia nell’area alpina, sia continentale e mediterranea. Risulta evidente il rapporto tra la specie e le aree urbanizzate.
La zona più popolata sembra essere quella compresa tra le regioni Valle d’Aosta e Piemonte, dove sono stimate circa 50mila-150mila coppie. Segue la Lombardia con 85mila coppie. In questa regione a un decremento sensibile a fine anni Novanta è succeduto un incremento che ha riportato la popolazione ai valori del 1992. In Alto Adige si registra un calo numerico accompagnato da una contrazione dell’areale, mentre in Trentino la popolazione è tendenzialmente stabile. In Toscana le coppie sono circa 15-40mila e risultano in calo nei centri urbani, mentre in Umbria, tra il 2001 e il 2005, la popolazione è leggermente aumentata. In Sicilia, infine, la specie ha conosciuto una notevole espansione sia nei centri abitati sia nelle campagne.
Nei centri urbani, a causa di interventi di ristrutturazione e della costruzione di edifici moderni poco adatti alle esigenze della specie, si è registrata una diminuzione dei siti di nidificazione del Balestruccio, uniti a casi di estinzione a livello locale. Questo dato, aggiunto al trend negativo della popolazione a livello europeo, non può che portare a un giudizio sostanzialmente negativo sullo stato di conservazione della specie nel nostro Paese.
Fattore | Stato di salute | Stato di conservazione |
Range* | stabile | favorevole |
Popolazione | in decremento | inadeguato |
Habitat della specie | in decremento | inadeguato |
Complessivo | inadeguato |
*Variazione della popolazione negli anni
Il canto del Balestruccio si caratterizza per un ritmo piuttosto concitato e si compone di cinguettii di tonalità medio-alta, ma che risultano meno vari e mutevoli di quelli emessi della Rondine comune. Il risultato è una melodia che ricorda una sorta di nenia. Tuttavia, in caso di pericolo imminente, i balestrucci abbandono ogni grazia e lanciano segnali acuti e penetranti.