BERTA MINORE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliBERTA MINORE

NOME SCIENTIFICO: Puffinus yelkouan
 

Signora del “mare nostrum”, l’intera popolazione globale di Berta minore vive, si riproduce e si sposta all’interno del bacino del Mediterraneo. Un mare diviso tra tre continenti e più stati, ed è forse per questo che le stime sulla consistenza effettiva delle popolazioni sono grossolane, come le misure per la sua tutela difficilissime da mettere in atto senza una stretta collaborazione tra tutti i Paesi coinvolti. Specialmente al di fuori del periodo riproduttivo, infatti, la Berta minore si sposta da un sito all’altro, da una porzione di mare aperto all’altra, infischiandosene dei confini e – anche – dei continui sforzi degli esperti per censire accuratamente le popolazioni…

Prospettive

La colonie della specie non sono ancora sufficientemente studiate e conosciute. Tra Sicilia e Tunisia sono probabilmente diversi i siti di presenza ancora non accertata, altrettante le colonie dove la popolazione risulta, con tutta probabilità, ampiamente sovrastimata. Ciononostante, emerge la necessità di tutelare almeno le colonie accertate dalle due principali minacce che attualmente pesano su questa specie, ossia la predazione e il disturbo antropico.

Nel primo caso, la diffusione del ratto nero andrebbe tenuta sotto controllo anche attraverso interventi di parziale o totale bonifica dei siti. La mortalità in mare, poi, andrebbe seriamente monitorata per capire quante specie cadono vittima delle reti da pesca e dove le stesse attività di pesca andrebbero limitate per offrire alla Berta minore acque più pescose e idonee. Da tenere sotto stretta osservazione è poi l’impatto delle attività turistiche, che localmente potrebbe avere un grosso peso, influenzando negativamente il già scarso successo riproduttivo della specie.

A queste indicazioni generali, che non possono non includere la necessità di approfondire gli studi sull’ecologia della Berta minore – per la conservazione della quale l’Italia ha grandi responsabilità – si affianca la totale impossibilità di stabilire una soglia di sopravvivenza per la specie, in termini di Valore di Riferimento Favorevole (FRV). Questo per la totale mancanza di dati accurati su successo riproduttivo e mortalità.

Se non sono noti i valori, più chiare sono comunque le cause in grado di ridurre al minimo la produttività e incrementare la mortalità della Berta minore. Anche specie introdotte dall’uomo quali cani e gatti – insieme al già citato ratto nero – possono costituire una minaccia importante per le uova e i pulcini. Il resto lo fa il disturbo da parte delle attività umane, con la maggior parte dei siti di presenza della specie che risultano attualmente sfruttati a fini turistici e soggetti ad attività di pesca intensiva.