BIGIA PADOVANA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliBIGIA PADOVANA

NOME SCIENTIFICO: Sylvia nisoria
 

La più grande della famiglia dei Silvidi, la Bigia padovana, nonostante il nome comune italiano che l’associa a un’area locale iper-circoscritta, nidifica in realtà nell’intera Europa, Turchia settentrionale, Russia europea, Caucaso. Piuttosto difficile da osservare, ama starsene nascosta nel fitto dei cespugli, alla ricerca di cibo o di un riparo. Tra le caratteristiche di questa specie, c’è quella di essere piuttosto “tardiva”, raggiungendo per ultima i siti di nidificazione, non prima della metà di maggio, per poi andarsene abbastanza presto, già durante i primi acquazzoni d’agosto…

Minacce

La vita della Bigia padovana pare dipendere dalla presenza di cespugli e siepi, alternate ad alberi o a ristrette porzioni di bosco. Pur apprezzando una buona disponibilità di acqua, nonché la presenza di alberi sparsi, la specie evita accuratamente foreste troppo fitte, aree eccessivamente umide o allo stesso tempo aride.

Ambienti dunque a struttura complessa, con strati inferiori di cespugli – spesso spinosi, e non è infrequente trovare il nido della Bigia padovana proprio tra i rovi – e strati superiori di giovani latifoglie come ontani e salici. Del pari, lunghi filari di siepi sembrano favorire la presenza della specie, che predilige quelle aree fra la pianura e la bassa collina, con poche coppie eccezionalmente presenti a quote più elevate (tra le “eccezioni” spicca la popolazione del Monte Grappa, presente fino a 1.400 metri).

La distruzione delle aree con cespugli e alberi sparsi nei fondovalle e lungo i greti dei fiumi, nonché l’abitudine a rimuovere boschetti, siepi e macchie arbustive nelle aree agricole per recuperare spazio utile alla monocoltura intensiva, sembrano aver giocato un ruolo sostanziale nel decremento della popolazione italiana avvenuto lungo gli ultimi anni del Novecento, a fronte di uno scenario europeo più favorevole e confortante. Anche per questo le densità più elevate della specie vengono oramai raggiunte solo in alcune residue aree di bassa collina, dove la disponibilità di questo tipo di ambienti risulta ancora relativamente abbondante.

Altra minaccia importante è costituita dai predatori, in particolare ermellini e Corvidi. Per il resto, a livello internazionale – non sono invece disponibili studi approfonditi per l’Italia – la Bigia padovana mostra buon successo riproduttivo e bassa mortalità, con oltre il 90% di uova che arrivano a schiusa e una percentuale di giovani involati di poco superiore all’80%.