BIGIA PADOVANA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliBIGIA PADOVANA

NOME SCIENTIFICO: Sylvia nisoria
 

La più grande della famiglia dei Silvidi, la Bigia padovana, nonostante il nome comune italiano che l’associa a un’area locale iper-circoscritta, nidifica in realtà nell’intera Europa, Turchia settentrionale, Russia europea, Caucaso. Piuttosto difficile da osservare, ama starsene nascosta nel fitto dei cespugli, alla ricerca di cibo o di un riparo. Tra le caratteristiche di questa specie, c’è quella di essere piuttosto “tardiva”, raggiungendo per ultima i siti di nidificazione, non prima della metà di maggio, per poi andarsene abbastanza presto, già durante i primi acquazzoni d’agosto…

Stato di salute

Favorevole in tutta Europa, lo stato di salute della Bigia padovana è invece abbastanza preoccupante a livello italiano, dove le sole 1.000-2.000 coppie nidificanti hanno conosciuto un trend negativo negli ultimi dieci anni del secolo scorso. Una popolazione, quella italiana attuale, pari a poco più dell’1% del totale “comunitario”, stimato in 82-180mila coppie.

A sua volta, l’Unione Europea ospita non più di un quinto della popolazione continentale complessiva, che potrebbe raggiungere anche il milione di coppie e che ha conosciuto un moderato incremento – seguito da sostanziale stabilità – tra il 1970 e il 1990. Tutelata dalla Direttiva Uccelli, la specie risulta anche protetta, in Italia, dalla legislazione venatoria vigente.

Ciononostante, l’areale italiano della specie pare aver conosciuto una riduzione significativa durante tutto il XX secolo, quando la Bigia padovana era distribuita in modo più abbondante e omogeneo nell’intera Valle Padana. Oggi confinata ad aree ristrette, risulta comunque tuttora ben rappresentata a livello locale, con un significativo numero di coppie, pur in decremento nell’ultimo ventennio.

La maggior parte della popolazione nidificante si trova in Veneto, e in particolare in provincia di Vicenza che, da sola, ospita 200-250 coppie, ossia il 25% del totale della popolazione italiana. Qualche decina di coppie, poi, sono state rilevate nel padovano e in provincia di Verona, mentre alla popolazione trentina – piuttosto irregolare e frammentata ma con una consistenza che potrebbe raggiungere anche le 100 coppie – fa da contrasto la popolazione emiliano-romagnola, storicamente accertata ma oggi ridotta a pochissime unità tra le provincia di Forlì-Cesena e Ravenna.