CANNARECCIONE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliCANNARECCIONE

NOME SCIENTIFICO: Acrocephalus arundinaceus
 

Sono i maschi del Cannareccione a partire per primi dall’Africa sub-sahariana verso le aree di nidificazione. In questo modo si assicurano la possibilità di scegliere le zone migliori in cui stabilirsi. Le femmine li raggiungeranno in un secondo momento, cercando di accaparrarsi il partner meglio piazzato. Le ritardatarie, pur di sistemarsi anch’esse in un territorio vantaggioso, accettano il ruolo di “femmine satellite”. Si accoppieranno così con un maschio, ma dovranno occuparsi da sole della costruzione del nido e della cura dei pulcini…

Minacce

Prediligendo quasi esclusivamente i giuncheti allagati, il Cannareccione presenta una distribuzione piuttosto frammentata, andando a coprire gli ambienti palustri idonei, aree che stanno subendo da diversi anni una continua contrazione. Nel periodo della riproduzione, la specie ricerca canneti di non recente formazione, accompagnati da arbusti e piante dalle radici costantemente sommerse dall’acqua. Normalmente i cannareccioni non superano zone poste oltre i 400 metri d’altitudine, scegliendo anche aree lungo canali di bonifica e, in generale, corsi d’acqua.

In prossimità dei canneti, solitamente occupa la porzione più vicino all’acqua, periodicamente allagata, ma stabilmente semisommersa. In alternativa lo si può anche trovare nelle vicinanze di ex-cave allagate, bacini di espansione e lanche fluviali (alvei storici dei fiumi il cui corso principale risulta deviato per cause naturali o intervento da parte dell’uomo). La specie ha una predilezione particolare per i canneti estesi, allagati e piuttosto fitti, mentre in quelli più radi si presenta in percentuali minori.

Sono dunque richieste, per i cannareccioni, condizioni ambientali assai precise. Non a caso, la principale minaccia per la specie è costituita da una riduzione dei territori prescelti per la riproduzione: il decremento più sensibile della popolazione si è infatti registrato in conseguenza del taglio dei canneti. Allo stesso modo, hanno inciso le attività di distruzione e alterazione delle zone umide, la meccanizzazione delle pratiche agricole e la riduzione degli artropodi, piccoli invertebrati che costituiscono una preziosa fonte di cibo per la specie.

Ma non sono solo le alterazioni ambientali ad opera dell’uomo a costituire una minaccia per la conservazione della popolazione: a causa di sensibili trasformazioni che hanno interessato i principali siti di svernamento e di transito migratorio, è diminuito il numero di individui nidificanti. Questo rappresenta una seria minaccia in quanto incide profondamente sull’attività riproduttiva.