CANNARECCIONE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliCANNARECCIONE

NOME SCIENTIFICO: Acrocephalus arundinaceus
 

Sono i maschi del Cannareccione a partire per primi dall’Africa sub-sahariana verso le aree di nidificazione. In questo modo si assicurano la possibilità di scegliere le zone migliori in cui stabilirsi. Le femmine li raggiungeranno in un secondo momento, cercando di accaparrarsi il partner meglio piazzato. Le ritardatarie, pur di sistemarsi anch’esse in un territorio vantaggioso, accettano il ruolo di “femmine satellite”. Si accoppieranno così con un maschio, ma dovranno occuparsi da sole della costruzione del nido e della cura dei pulcini…

Prospettive

Il Cannareccione è una specie ben monitorata, e sufficientemente approfonditi risultano i dati sulla sua distribuzione. Numerose informazioni sono disponibili anche riguardo alle densità riproduttive delle popolazioni. Maggiormente carenti risultano invece i dati su successo riproduttivo e parametri demografici.

Le informazioni a disposizione sono comunque sufficienti per stabilire un Valore di Riferimento Favorevole (FRV), vale a dire il numero di coppie necessarie per garantire la sopravvivenza della specie nel medio-lungo periodo. Un valore che, per quanto riguarda il Cannareccione, si attesta sulle 10 coppie ogni 10 ettari di canneto, una densità che, in ambienti “ottimali” per la specie, può raggiungere valori anche superiori.

In diverse regioni italiane, la specie risulta in contrazione di areale e generale decremento numerico. Tale fenomeno è principalmente legato alla distruzione e trasformazione delle zone a canneto, habitat prediletto dal Cannareccione per la nidificazione. Nonostante questo, la popolazione risulta almeno in parte preservata grazie allo stato di protezione accordato a diverse zone umide nel corso degli ultimi decenni.

In conclusione, la sopravvivenza della specie è indissolubilmente legata alla presenza di ampi canneti ed è per questo che la densità della popolazione dipende direttamente dalla gestione delle aree umide. È quindi auspicabile, soprattutto durante il periodo della riproduzione, limitare i tagli del canneto e promuovere attività di ripristino degli ambienti consoni alla nidificazione. È inoltre necessario ridurre la captazione indiscriminata delle acque che causa spesso il prosciugamento delle zone umide in un periodo particolarmente vulnerabile per questa e le altre specie legate a questi ambienti.