CESENA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliCESENA

NOME SCIENTIFICO: Turdus pilaris
 

Sia quando saltella con portamento eretto sul terreno, sia quando si lancia in voli ondulati, la Cesena mantiene la sua caratteristica eleganza. La specie è solitamente gregaria e, durante la migrazione, si sposta in stormi molto numerosi e, quando il “gruppo” è intento a cibarsi, un esemplare rimane sempre “di vedetta” per lanciare l’allarme in caso di potenziale pericolo. Il Turdus pilaris spesso si posa sulle cime degli alberi, anche se queste sono spoglie e, in generale, predilige gli spazi aperti…

Prospettive

Sono stati condotti numerosi studi riguardanti la distribuzione della specie in ambiente montano, mentre sono piuttosto scarse le informazioni riguardanti biologia riproduttiva e densità. Inoltre, sulla base dei pochi dati disponibili, risulta pressoché impossibile stabilire i principali parametri demografici, soprattutto per ciò che concerne la popolazione svernante.

Trattandosi di una specie semi-coloniale non è stato possibile stabilire un Valore di Riferimento Favorevole (FRV), ovvero il numero di coppie minimo necessario a garantire la sopravvivenza della specie nel medio-lungo periodo. In ambito agricolo e boschivo è auspicabile mantenere degli ambienti diversificati dal punto di vista ecologico o, in caso di degrado, puntare al loro ripristino piantando siepi e arbusti che producono bacche.

È necessario inoltre sostituire i pesticidi – che riducono sensibilmente la fauna invertebrata, una delle principali fonti di cibo della Cesena – con metodi di lotta “biologica”. Nei vigneti si dovrebbe poi procedere alla sperimentazione di reti antigrandine che si dimostrino compatibili con la sopravvivenza della specie. Ma il problema più urgente da affrontare è quello venatorio. La Cesena è infatti tra le specie più cacciate in Italia e, ogni anno, i prelievi venatori abbattono alcuni milioni di individui.

In materia di regolamentazione dell’attività venatoria nell’Unione europea gli Stati membri sono chiamati a rispettare l’articolo 7 della Direttiva Uccelli, secondo il quale le specie a cui è consentita la caccia “in deroga” non devono comunque essere abbattute durante il periodo della nidificazione, né durante le varie fasi della riproduzione e della dipendenza. Considerando che in Italia la Cesena presenta uno stato di conservazione inadeguato, l’attività venatoria andrebbe aperta non prima dell’inizio di novembre e non dovrebbe protrarsi oltre il 20 dicembre, per non rischiare ripercussioni negative sui soggetti che si preparano ad affrontare la stagione fredda e ad accumulare le risorse necessarie per intraprendere la migrazione pre-nuziale e la successiva fase riproduttiva.