CIVETTA NANA - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliCIVETTA NANA

NOME SCIENTIFICO: Glaucidium passerinum
 

Piccoli roditori e uccelli hanno molto da temere dalla Civetta nana. La più piccola Civetta europea, come dice il nome, eppure cacciatrice estremamente abile, nonché dotata di una vista acutissima che le permette di volare senza problemi durante la notte. Oltre alla grande agilità, le sue ridotte dimensioni le danno un altro vantaggio, ossia quello di poter usufruire di una notevole varietà di nidi. Essendo poco avvezza, come altri rapaci, a costruirselo per proprio conto, non di rado la Civetta nana sceglie una cavità lasciata libera da un Picchio…

Prospettive

La conservazione della Civetta nana dipende in larga misura dalla diffusione di corrette pratiche di gestione forestale, in quanto è l’abbattimento delle vecchie piante – con cavità naturali o vecchi nidi – a rappresentare attualmente la principale minaccia che pesa sulla popolazione italiana, specialmente a livello locale. Consolidare le popolazioni, soprattutto nelle aree dove la sua presenza assume carattere più irregolare e sporadico, rappresenta una priorità ai fini della conservazione della Civetta nana nel nostro Paese.

Un obiettivo da raggiungere attraverso una corretta gestione forestale che tenga conto delle esigenze ecologiche di questa come di altre specie di uccelli particolarmente legate a questo tipo di habitat.

La specie risulta ancora poco studiata sia per quanto riguarda la produttività sia, più in particolare, per quanto attiene i fattori in grado di influenzarne il successo riproduttivo.

Tali i motivi che impediscono la formulazione di un Valore di Riferimento Favorevole (FRV), pur essendo possibile, per contro, utilizzare gli ampi dati sulla popolazione trentina della specie per ricavare valori di densità da proporre come riferimento per l’intera popolazione nazionale. In particolare, la densità riproduttiva riscontrata nella zona dell’Adamello e del Brenta – pari a 0,67 coppie per km quadrato – è da intendersi come favorevole e relativa a un’area particolarmente idonea per la specie, essendo superiore sia ai valori medi riscontrati su scala nazionale sia ai tassi di successo riproduttivo censiti nell’Europa centrale.

Per questo è possibile adottare il valore di 0,6 coppie per km quadrato come densità soddisfacente a scala di comprensorio. Densità non superiori le 0,3 coppie per km quadrato – quali si riscontrano in alcune aree come Foresta del Cansiglio e Alto Adige –  potrebbero essere indice di una situazione non ottimale per la specie, pur se riscontrate in zone marginali e al limite dell’areale di presenza.