COLOMBACCIO - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
Specie protette dalla Direttiva UccelliSpecie protette dalla Direttiva Uccelli
Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie protette dalla Direttiva UccelliCOLOMBACCIO

NOME SCIENTIFICO: Columba palumbus
 

Pur essendo molto più schivo del Piccione domestico, anche il Colombaccio nell’ultima decade si è ben adattato alle città, tanto da essere diventato un assiduo frequentatore dei parchi cittadini. Non è, invece, molto amato dagli agricoltori in quanto grossi stormi talvolta si abbattono su coltivazioni cerealicole, di leguminose o di trifoglio, provocando danni significativi. Nonostante la corporatura robusta, il volo è veloce e diretto, consentendogli di cambiare direzione senza esitazione e di “scartare” repentinamente, in caso di necessità. Quando spicca il volo, produce un rumore inconfondibile: ogni qualvolta si esaurisce un’area di alimentazione, si sposta in stormi numerosi, alla ricerca di cibo…

Stato di salute

Lo stato di conservazione del Colombaccio viene valutato favorevole sia a livello europeo sia limitatamente ai territori dell’Europa “comunitaria”. La popolazione nidificante in Europa è rimasta stabile nel periodo 1970-1990 e le popolazioni chiave di Germania e Gran Bretagna hanno mostrato un notevole incremento nel decennio 1990-2000, durante il quale la specie ha presentato un generale recupero anche in numerosi altri Paesi.

Ad oggi, la popolazione nidificante nell’Ue è stimata in 7.500.000-13.000.000 di coppie, corrispondenti al 76-83% della popolazione europea complessiva – stimata in 9.000.000-17.000.000 di coppie – e a una frazione compresa tra il 25% e il 49% della popolazione globale della specie. La popolazione nidificante italiana – stimata in 40.000-80.000 coppie – rappresenta lo 0,5% della popolazione dell’Unione europea e lo 0,4% della popolazione nidificante continentale complessiva. 

Il Colombaccio abbandona le regioni più settentrionali d’autunno per poi ritornarvi in primavera. Al contrario è stanziale nell’Europa centrale e meridionale. In questi ultimi anni, significative popolazioni si sono “stanzializzate” anche in Italia, tuttora in aumento progressivo. Complessivamente, nel nostro Paese, è stata evidenziata una recente espansione dell’areale della specie e un incremento della consistenza assoluta delle popolazioni. Nelle regioni settentrionali, in particolare, si è verificata la colonizzazione di zone rurali e, soprattutto, di piccoli e grandi centri urbani.

L’area di origine dei soggetti inanellati segnalati in Italia interessa primariamente i Paesi dell’Europa centro-orientale, con un massimo di dati provenienti dall’Ungheria. Le località di inanellamento raggiungono, a nord, la Polonia centrale. Un altro gruppo di inanellamenti riguarda invece l’area pirenaica occidentale. Le ricatture in Italia si concentrano soprattutto nelle regioni centro-settentrionali, e in aree appenniniche di Toscana, Emilia-Romagna e Marche. Non mancano segnalazioni vicine alla costa lungo il Tirreno centro-settentrionale, come anche in Sardegna e Sicilia meridionali. Occasionali sono invece le ricatture in Pianura Padana e del tutto assenti nel resto dell’Italia. I movimenti sono distribuiti in intervalli di distanza che vanno da poche centinaia fino ad oltre 1.000 chilometri.

Il Colombaccio non è inserito nella Lista Rossa Nazionale. La specie è cacciabile in Italia dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio, ai sensi della legislazione venatoria (157/92).