EDREDONE
NOME SCIENTIFICO: Somateria mollissimaGrande anatra marina dal candido mantello, la Somateria mollissima è una specie nordica che vive nelle gelide acque costiere di Atlantico, Pacifico e Artico. È estremamente abile nelle immersioni, e grazie al suo becco molto robusto riesce a catturare molluschi e crostacei sui fondali marini.
Sono celebri le le piume di Edredone, talmente morbide e calde che erano spesso utilizzate nella fabbricazione di trapunte, piumini e sacchi a pelo. Questa usanza resta viva in Islanda, dove si è creato un ambiente ottimale per l’accoglienza delle coppie nidificanti.
Ordine: Anseriformes
Famiglia: Anatidae
L’Edredone è una specie di anatra marina dalla testa e dal becco molto largo, dettagli che conferiscono agli esemplari un profilo quasi conico. Il maschio adulto è inconfondibile, nel suo folto piumaggio bianco sul dorso e nero sul ventre, mentre il capo è bruno-verde. La femmina è invece di colore bruno scuro, ed è facilmente distinguibile da altri esemplari femminili di anatidi grazie alla taglia grande e alla forma della testa.
Nelle acque costiere gli edredoni formano grandi colonie che possono comprendere sino a 10.000-15.000 individui. Qui dividono la giornata tra riposo e ricerca di cibo, sostando sulle coste per lisciarsi le penne. Si nutrono tuffandosi nelle profondità marine alla ricerca di pesci, crostacei e molluschi, tra cui prediligono le cozze, che inghiottono interamente.
L’Edredone è presente nelle coste nordiche dell’Europa, del nord America e della Siberia orientale, e in Islanda. Nidifica nell’Artico e nelle regioni più temperate del nord, mentre sverna nelle zone più temperate del sud. Celebri colonie di edredoni sono situate nelle Isole Farne a Northumberlan, in Inghilterra, e sull’interno territorio islandese. L’Edredone è stato per lungo tempo considerato una specie esclusivamente marina; sino a quando non si è insediata, in tempi recenti, in laghi estesi di Italia e Svizzera. Come molte altre specie Anatidi, può essere facilmente avvicinato dall’uomo, di cui non ha timore.
Le coppie possono nidificare sia sulle isole che sulle coste della terraferma. All’inizio della stagione degli amori, i maschi si dispongono in cerchio intorno alle femmine, tubando sommessamente. Se una femmina accetta il corteggiamento, reagisce tubando a sua volta nei confronti del maschio prescelto. A differenza di altre anatre, l’Edredone non è monogamo: una volta portato a termine l’accoppiamento, infatti, il maschio accompagna la femmina in un luogo adatto per costruire il nido, mentre lui si allontana. Dopo avere attentamente controllato il territorio circostante, la femmina depone dalle 4 alle 6 uova. I piccoli, attivi sin dai primi momenti di vita, vengono condotti in mare dalla madre che insegna loro come procurarsi il cibo. In sole 10 settimane, avranno completato il piumaggio adulto.
L’Edredone è noto per il suo piumaggio particolarmente folto e morbido, che per molto tempo è stato utilizzato, secondo una usanza diffusa nei Paesi nordici, per foderare e imbottire cuscini, trapunte e altri oggetti di uso quotidiano. Una volta terminata la deposizione delle uova, infatti, dal petto della femmina cadono spontaneamente le piume, che andranno a rivestire internamente il nido, proteggendo le uova da freddo e intemperie. Nonostante questa pratica sia stata sostituita in anni più recenti dalla fabbricazione di oggetti con piume di oche domestiche e materiale sintetico, nei Paesi all’estremo nord del suo areale di distribuzione la raccolta del suo pregiato piumaggio continua tutt’ora. In Islanda, dove è predisposta una delle zone di cova per gli edredoni più grande al mondo, è stato realizzata a questo proposito una perfetta coesistenza tra mondo umano e mondo animale, senza turbare l’equilibrio riproduttivo e anzi favorendolo, in quanto gli edredoni tornano anno dopo anno. Questa pratica infatti non desta alcun pericolo per la specie, perché avviene solo dopo che la femmina e gli anatroccoli hanno lasciato il nido.
Nonostante la specie sia ben monitorata in Italia, le informazioni a questo proposito sono poco disponibili a causa della estrema rarità e localizzazione della specie come nidificante.
A causa della mancanza di dati, non è neppure possibile stabilire un Indice di riferimento favorevole.
La raccolta delle piume di questo anatide non costituisce affatto un pericolo per la sua salute, né per quella dei piccoli, poiché avviene senza creare squilibri né danni agli individui. Questo perché la riproduzione avviene in ambienti appositamente predisposti e nel pieno rispetto delle necessità della specie: ne è un esempio l’Islanda.
Fortunatamente, in Italia la specie è protetta dalla legislazione venatoria. A fine di incentivare la sua presenza sul territorio, può essere utile attuare misure di conservazione adottate per specie più diffuse che però presentano simili caratteristiche ecologiche, come l’Orco marino. Desta particolare interesse ai fini della presenza dell’anatra il Golfo di La Spezia, che attira un grande numero di esemplari grazie agli allevamenti di cozze.
L’Edredone è presente in Italia grazie a una molteplicità di fattori, tra cui le condizioni climatiche nei quartieri di svernamento più settentrionali e l’andamento della stagione riproduttiva nel nord dell’Europa. Al fine di preservare la sua conservazione e possibilmente favorire nuovi insediamenti, appare utile prevenire alterazioni o eccessivo disturbo da parte dell’uomo nei pochi siti riproduttivi e mantenere inalterato l’habitat degli ambienti aperti scelti durante lo svernamento.
Nonostante in Italia l’Edredone sia una specie svernante e migratrice, i siti di riproduzione sono pochi e il numero di coppie estremamente ridotto. Ecco perché la popolazione nidificante, già ridotta, è particolarmente vulnerabile a variazioni locali dell’habitat e ad altri fattori che possono influenzare negativamente il trend, anche con un impatto a piccola scala.
Le coppie di edredoni sono a rischio a causa di alterazioni ambientali nei luoghi di nidificazione, nonché in pericolo a causa di attività umane. Un pericolo mortale deriva poi dall’inquinamento dei mari, che spesso può purtroppo condurre a disastri ecologici che coinvolgono diverse specie di Anatidi, tra cui figura anche l’Edredone.
Gli individui pagano cara anche la lora predilezione per il cibo pescato in mare, che costituisce la loro dieta fondamentale. Soprattutto durante il periodo di svernamento, infatti, essi sono vittime di catture accidentali all’interno di reti da pesca, che spesso ne provocano la morte.
I piccoli di Edredone sono esposti a minacce da parte dello stesso mondo animale. Nel momento che intercorre tra la schiusa delle uova e l’immersione degli anatroccoli in acqua, infatti, molti di essi sono predati dai gabbiani, che condividono lo stesso habitat.
Considerata in uno status di salute favorevole a livello continentale, l’Edredone è classificata come specie sicura. Nel ventennio 1970-1990, tanto la popolazione nidificante quanto la popolazione svernante nei territori dell’Unione europea sono aumentate. Nei dieci anni successivi, la popolazione nidificante ha proseguito questo trend attraverso un moderato aumento; mentre la popolazione svernante ha dimostrato un moderato declino.
La popolazione presente sul territorio italiano non è significativa a livello europeo in termini di percentuale, e conta solamente poche coppie; tuttavia, è comunque interessante in quanto situata al margine dell’areale e frutto di una espansione naturale in tempi recenti.
La popolazione dei territori dell’Unione europea è stimata tra le 490.000 e le 610.000 coppie, e in oltre 880.000 individui svernanti. Tra il 51% e il 58% della popolazione europea nidifica nell’Unione europea.
Non è attualmente stato redatto un Piano d’Azione Internazionale né Nazionale sulla specie. L’Edredone è inserito negli allegati II/1 e III/2 della Direttiva Uccelli, ed è specie protetta, poiché la legislazione venatoria non ne consente la caccia (Art. 2, 157/92).
In Italia, dove la specie è nidificante irregolare, Tra 1991 e 2000 l’Edredone è presente in modo irregolare. Il massimo registrato è di 127 individui nel 2000. In Friuli-Venezia Giulia, nel 1999 si è verificato il primo caso di nidificazione, Nel 1999, è stata rilevata la presenza di una femmina con tre anatroccoli nella Riserva Naturale delle foci dell’Isonzo; nel 2002, una coppia nidificante nella baia di Panzano. In Liguria, nel Golfo di La Spezia, sono state accertate nidificazioni nel biennio 2003-2004 tra Bocca di Magra e Portovenere. L’area rappresenta il sito riproduttivo più meridionale della eco-zona Paleartica, ed è ideale per la specie grazie alla coltivazione di cozze.
I siti occupati da individui e coppie sono sostanzialmente invariati nel corso del decennio, nonostante in Liguria risultino scoperti diversi siti. Gli anni di massima abbondanza sembrano essere quelli con una temperatura del mese di gennaio più bassa rispetto alla media. La distribuzione degli edredoni è molto concentrata: tra 1996 e 2000, circa il 90% della popolazione è insediato in 4 siti principali, tra cui siti costieri all’estremo nord dell’Adriatico e siti costieri del bacino ligure-tirrenico. Tra 1998 e 2003, la specie è presente ma localmente irregolare, con un numero di siti occupati molto basso. Fa eccezione l’areale dell’alto Adriatico, sempre ben coperto.
In Lombardia, nel bacino del fiume Lario, la specie è presente dal novembre 2005; nel 2008, è stata accertata una nidificazione.
L’Edredone si esprime attraverso un richiamo bisillabico che si differenzia di molto da quello emesso da altre specie Anatidi, in quanto è più basso e gutturale, somigliante a un lamento.