FALCO DI PALUDE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliFALCO DI PALUDE

NOME SCIENTIFICO: Circus aeruginosus
 

Paludi e canneti sono il suo regno. Dal volo instancabile, per quanto lento e maestoso, il Falco di palude va alla ricerca di prede. Piccoli mammiferi, uccelli acquatici, rettili, anfibi e quando ne conquista una il Falco l’afferra e si dirige fiero verso il nido, per consegnarla alla femmina. Il “passaggio della preda” avviene in volo, con una sincronizzazione degna delle migliori scuole di ginnastica artistica…

Minacce

La maggior parte dei falchi di palude segnalati in Italia proviene dalle regioni dell’Europa nord-orientale. Non mancano alcuni individui migratori che passano l’inverno nell’Africa subsahariana e che vengono avvistati regolarmente tra Malta e la Sicilia.

In generale incremento fin dagli anni Ottanta – un incremento che ha riguardato anche la Sardegna se si analizzano le serie storiche degli ultimi 30 anni – la popolazione di Falco di palude è passata dalle 73-89 coppie del 1998 alle 214-287 censite tra il 2002 e il 2004. Un dato comunque confortante per una specie piuttosto sensibile al disturbo da parte dell’uomo e molto vulnerabile non solo alle operazioni di bonifica ma anche all’eccessivo utilizzo di pesticidi in agricoltura.

Amante delle aree temperate, il Falco di palude preferisce acque poco profonde, dolci o leggermente salmastre, con ampia presenza di canneti e vegetazione acquatica emergente ma con scarsa copertura arborea. Abbastanza indifferente nella scelta del sito in cui nidificare, il Falco di palude non disdegna anche acquitrini e bacini artificiali. Per procurarsi il cibo, si spinge utilizza anche le aree agricole e le zone aperte.

Come è facile immaginare, è la distruzione delle zone umide – in primo luogo – e, secondariamente, la persecuzione diretta ad aver determinato a livello continentale un decremento della specie nei passati decenni. Allo stesso modo, ha giocato un ruolo chiave nel suo recupero e nella significativa espansione a livello italiano (e non solo) la crescente protezione delle zone umide residue (oggetto nei decenni e secoli scorsi di interventi di bonifica molto impattanti) nonché della legislazione venatoria, che protegge particolarmente il Falco di palude e le altre specie di rapaci.