FALCO DI PALUDE - Uccelli da proteggere

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Uccelli da proteggere
 
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Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliSpecie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
 

Specie particolarmente protette dalla Direttiva UccelliFALCO DI PALUDE

NOME SCIENTIFICO: Circus aeruginosus
 

Paludi e canneti sono il suo regno. Dal volo instancabile, per quanto lento e maestoso, il Falco di palude va alla ricerca di prede. Piccoli mammiferi, uccelli acquatici, rettili, anfibi e quando ne conquista una il Falco l’afferra e si dirige fiero verso il nido, per consegnarla alla femmina. Il “passaggio della preda” avviene in volo, con una sincronizzazione degna delle migliori scuole di ginnastica artistica…

Prospettive

Per la conservazione del Falco di palude in Italia è essenziale una corretta tutela e gestione delle zone umide e delle aree agricole limitrofe. Visto il trend favorevole mostrato dalla specie negli ultimi due decenni, e alla luce delle informazioni disponibili su successo riproduttivo e mortalità, gli esperti hanno calcolato un Valore di Riferimento Favorevole pari a circa 700 coppie.

Si tratta di un valore ancora molto lontano da quella che è attualmente la popolazione di Falco di palude nel nostro Paese, che mostra dunque, nonostante i recenti incrementi, una relativamente scarsa probabilità di sopravvivenza nel lungo periodo. Vale la pena di ricordare, a questo proposito, che una coppia di falchi di palude – specie con abitudini anche poligame – cova ogni anno non più di 3-4 uova, con un successo riproduttivo pari al 70% (con una differenza importante tra zone interne e aree costiere, dove il successo riproduttivo è molto più basso) e un tasso d’involo pari in media a 2,5 pulli per coppia.

A questo si aggiunge un tasso di mortalità abbastanza elevato, 48% già il primo anno, 53% nel secondo, 38% nel terzo, 26% nel quarto. Pur non essendo disponibili dati che vanno oltre il quarto anno, perché si ottengano nel medio periodo popolazioni vitali si deve ipotizzare una mortalità inferiore a quella attuale, Anche considerando questa ipotesi, ma, senza un notevole incremento della consistenza numerica attuale della popolazione di Falco di palude è difficile ipotizzare la sopravvivenza della specie in Italia nei prossimi cento anni.

Per questo una attenta tutela delle zone umide residue, in modo da sostenere al massimo l’incremento della popolazione di Falco di palude – comunque confortante – in atto negli ultimi anni, rappresenta una condizione chiave per il raggiungimento di target minimi di conservazione per questa specie. Azioni che non possono non includere anche piani di gestione delle aree agricole limitrofe alle zone umide, importante terreno per l’attività alimentare del Falco di palude durante sia la fase riproduttiva, che durante la migrazione e lo svernamento con particolare riferimento alla sensibilizzazione rispetto all’eccessivo uso di pesticidi.